piano? no - risponde Mussolini - perchè la p_er~ezione non è degli umani, perchè è fatto da una Comm1ss10ne (e Napoleone avvertiva che un generale mediocre può vincere una battaglia, ma che cinque generali sublimi corrono il rischio di perderla), pefchè il problema è estremamente grave e delicato: però è il miglior piano regolatore pensabile e atti.1abile. Il Duce tratta la storia architettonica di Roma, con testimonianze nostrane e forestiere; dimostra la necessità di conciliare le esigenze dell'antico ~ del moderno; fin·1sce affermando che la Città dei Cesari, coi ventiquattro secoli di gloria, sta diventando la splendida capitale del Regno italico. Roma parla invero a tutto il mondo; solo i barbari attèntano alle vestigia dei suoi secoli, per la ,vendetta di non essersi potuti riscattare dal suo sempiterno dominio: inv~ro l'Italia non ha mai distrutto i ruderi delle costruzioni edificate dai prìncipi che vi passarono in transeunte gloria, sìan~ ~araceni svevi od ostrogoti; l'ex Jugoslavia invece s'imbèstia barbaramente nel folle vandalismo contro le opere d'arte italiane e nella demolizione dei leoni di Venezia a Traù e a Veglia. Il 14 dicembre del '32 il Governo risponde a un'interpellanza « intorno ad atti di barbarie consumati in Dalmazia contro opere d'arte che recavano i segni della civiltà e del genio italiano ». L'interpellanza è svolta dal sen. Corrado Ricci, ed è firmata anche dai senatori Dallolio, Salata, Mariotti, Fedele, Baccelli, Gentile, Venturi, Cian, Orsi, Boncompagni-Ludovisi, Tanara, Tonaca, Celesia, Ancona e Morpurgo. Altre interpellanze sono presentate dai senatori Cippico, Volpi e Marcello. Risponde Mussolini: gli. intellettuali della Croazia hanno pubblicamente disapprovato le distruzioni; la responsabilità non è dei croati, ma è di « taluni elementi che guidano la classe politica dominante dello Stato vicino » ed è di « altri elementi che chiam;erò europei (Vivissimi generali applausi), i quali vanamente sperano di turbare il nostro sangue freddo, collaudato ormai da molte e talora durissime prove, scatenando una clamorosa campagna di stampa, in cui il grottesco dell'ipotesi si associa perfettamente alla stupidità delle conclusioni ». (Vivissimi applausi). .. Biblioteca Gino Bianco
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