Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

boli e delle leggende fa sì che la storia ritrovi i segni antichi; solo il solco di Romolo non ebbe precedenti, ma d'allora in poi la storia predilesse, per rinascere, le vie dove già un tempo era morta; e questo - a esempio - è la perpetua grandezza dei Cesari, dai ritorni fatali, e l'irrimediabile tragedia dei miliardari d'oltremare incalzati dalla vana ricerca d'un archivio. Palazzo Venezia, centro della metropoli imperiale, sorge nella metropoli papale; sorge con l'arte del Rinascimento; sarà il ponte di comando nella Rinascita fascista. Mentre i feudatari del Medio Evo innalzano le rocche sulle cime dei colli, un Papa cresciuto nelle tradizioni dei Dogi e nelle intense cc croniche » della Serenissima innalza il palazzo a piè del colle Capitolino e aduna tele di pregio e marmi rari; al mattino vi passa in rassegna collezioni sontuose di br~nzi e di ori, poi scende nella sottostante Chiesa di San Marco, in tjara e piviale, a pregar l'Onnipotente perchè s'accresca in Roma il fasto della potenza: Giulio II, della vèneta stirpe dei Barbo. È aperta la storia di Palazzo Venezia: nelle tre Sale dai nomi smisurati - Regia, Concistoro e Mappamondo - i prelati ricevono l'insegna della porpora, i prìncipi s'incoronano, gli ambasciatori presentano le credenziali; vi giunge e si diparte la maestà della Capitale tra bollettini e proclami. L'ultimo Pontefice che abitò nel Palazzo fu un Aldol;>randini: un mattino, che il sole indorava i sette colli e Marte taceva per rendere omaggio a Minerva, Papa Aldobrandini si affacciò da una finestra del palazzo; passava un corteo diretto in Campidoglio, a incoronar d'alloro Torquato Tasso: così Palazzo Venezia sin da quel tempo schiudeva le porte . al fragore delle armi e al canto della poesia. Con la Repubblica Romana, Palazzo Venezia è donato al popolo della Laguna, e l'atto è stilato da un notaro di eccez_ione: Giuseppe Mazzini scrive l'indirizzo che ancor non si legge senza emozione; ma il Palazzo è già contaminato dagli adattamenti di varie ambascerie che ne hanno spartito i saloni ne hanno sovrapposte le decorazioni ne hanno oscurato le alluminature ne hanno sacrificato la m:unificenza alla comunìtà e il destino di reggia all'uso privato del jus ha{Jitandi. 690 BibliotecaGino Bianco

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