Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

Dario Lupi: « Il discorso che mi è maggiormente piaciuto? - quello che non è statç pronunciato -. L'oratore più completo - escludo assolutamente me stesso -. Incontentabile, Lupi; e... immodestamente modesto. Egilberto Martire: «L'eloquenza di Del Croix, grande e nobilissima, non è classificabile tra i generi parlamentari: l'oratore più completo è Federzoni ». Alfredo Petrillo: « Un referendum? Che Iddio ti perdoni; ma a te non si può rispondere di no, mai. Vuoi sapere quale sia stato il migliore discorso della passata legislatura? Te lo dico subito. Non il mistico Del Croix, non il classico De Marsica, 12011 il torrentizio Orano, non il geometrico De Stefani, non il brillante Gray, non il togato Rocco o il parlamentare Federzoni; ma la massa anonima che ha parlato giorno per giorno, seduta per seduta, con la più persuasiva tielle eloquenze: il ticclzettìo lento, monotono, eguale delle palline nere e bianche nelle urne. Votare in silenzio e disciplina è stato il compito che la Camera ha impos!o a se stessa, mortificando ogni sua velleità, servendo il Regime con compostezza dignitosa, dando esempio al paese della necessità di ubbidire. Troppo si era discusso e poco si era operato. Occorreva un periodo di regime secco per l'oratoria parlamentare. La nuova Camera avrà l' « aperitio oris » e potrà riprendere la tradizione d'eloquenza della Camera Italiana». Petrillo è un parlamentare rifinito, è stato al governo qual sottosegretario ai Lavori Pubblici; è napoletano, birichino, accorto; ha sempre una risposta diversa da quella degli altri; gode molte simpatie e sa coltivarle. Oreste Cimoroni: « I discorsi più belli della passata legislatura sono stati quelli non fatti e gli oratori più completi quelli che non hanno parlato». Evidentemente !'on. Cimoroni vuole includere se stesso fra gli oratori « più completi»; è per la « corporazio11e dei silenziari n : scrittore e stoi::ico, liçènzia, 'anche da prefetto del Regno, bei volumi, specialmente 6ulle donne d'eccezione, mancipio d'ogni femminil sorriso che lasci una scìa; ma non è da pensar male, si tratta di donne· morte; prefetto a Padova, nelle horae subsecivae scrive un libro saporoso su Eleonora Duse; e delle femine locali preferirà - penso - le grasse galline padovane, da buongustaio BibliotecaGino Bianco

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