, testa o croce: tocca quindi a noi, padrini dello sfidato, di scegliere il terreno pel°nostro primb; io, senza programmi prestabiliti, scelgo il posto di des,tra, ma contemporaneamente il senatore ìndica quello di sinistra. Non è poi tanto facile scegliere il terreno per un onorevole « primo » con in mano la pistola: si tratta sempre di una di quelle decisioni che fanno inconsapevolmente raggricciare le òita del piede: provate. Posti gli avversari di fronte, il maestro si precipita prima sull'uno e poi sull'altro: alza, prima all'uno e poi all'altro, il - bàvero della giacca e ne riunisce le punte con una spilla; penso a una previdenza smodata contro il raffreddore e_sto per riderne, però uno dei due medici, il più dotto, ci spiega che la manovra è fatta ad evitare che il bianco della camicia serva di richiamo pel bersaglio: tutto nero, tutti neri. - Ma allora si faranno male sul serio? -: il pipista non finisce d1 ripetere la frase che il maestro ci invita ad allontana_rci; come per un accordo che - dopo oltre quattro lustri posso giurarlo! - non è stato preso, immediatamente e istintivamente noi ripariamo nel casolare. Noi, padrini. Sulla laterale. Udiamo il comando secco: « Signori, a loro! », e due colpi di pistola che sembrano uno: tan tan. Un attimo il tem~ po si ferma: io, per primo, fo' capolino dal'.a porta; il mio onorevole primo è in piedi, guardo - meno scoraggiato - dalla parte opposta, è in piedi anche l'illustre avversario. Usciamo: adesso è in noi una baldanza novella, un· rifiatare su cosa ormai finita, un sollievo da « Dio mio, ti ringrazio n. Con quell'espansione del Sud di cui non mi ha guarito la vita, sto per abbracciare << il mio onorevole primo »; ma il maestro d'armi mi ferma con un'occhiata da capocomico sulla ·comparsa: m'irrigidisco; per trovare un contegno idoneo convòglio ai capelli le mani tese nel mancato abbraccio, come se sia perentorio riaggiustare le chiome. Il maestro riunisce ancora lo scarso pubblico; io non so che - per il codice cavalleresco - sia necessaria un'altra sua concione finale: infatti egli proclama (e sembra la parola napoleonica dall'alto delle Piramidi) che « lor signori» si sono comportati secondo le leggi della cavalleria e che l'onore è salvo e che egli attesta come tutte le norme siano state rispettate e che gli avversari si riconclliano ... Non è ancora BibliotecaGino Bianco \
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