Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

màtiche. L'onorevole non ama essere contraddetto (la vita gli è benigna come ai colombi di San ·Marco, che trovano sempre una rriano tesa col panìco), perciò ha l'accesso d'ira improvvisa; tuttavia, uomo di elaborate esperienze, calcola che - se la bottiglia colpisse l'avversario - sarebbero conseguenze deprecàbili, perciò scende sì - come si dice - · a vie di fatto, ma mira al muro, riuscendo solo a bagnare con gli schizzi d'acqua un par di donnine allegre, che viceversa per l'ora tarda sbadigliano senza speranza e senza impegno con una piana musoneria da proletarie dell'amore in serata perdut;:i. Pur con questi àlibi, il fatto, riguardando persone di qualità, merita sanzione; quindi è gittato il guanto di sfida: 1<1 frase - intendiàmoci - è metaforica; diremo per i profani ch'essa significa che il commendatore invia i padrini all'onorevole. Secondo le strette regole del tempo, l'o.norevole accoglie i signori padrini con austera cortesia cronometrata; ascolta la comunicazione, imperturbàbile come il torso di Pasquino, poi dice con voce neutra: - bene, signori, provvederò a nomirtare i miei rappresentanti -, e s'inchina; s'inchinano anche i padrini. La cerimonia è monosillàbica come il caso richiede, nel tono sommesso della rassegnazione agli eventi massimi, con le parche parole che racchiudono il seme degli avvenimenti futuri, con quel senso fatale che hanno le cose irrimediabili - la nascita la morte la vergi·- nità perduta la bancarotta fraudolenta e la sfida a duello -. Ci riuniamo a sera, i quattro padrini, ossia - come si dice in gergo cavalleresco - i quattro « secondi ))' per distinguerli dai duellanti che, mettendo il proprio sangue quale posta, hanno diritto di essere i « primi »: gerarchia; ante omnia. Il mio collega è un senatore pacioso giocondo e vorace, il quale porta i capelli tosati e - grattàndosi la spoglia sommità della testa - conclude che la soluzione logica della lite sia una ((spaghettata >> e che le sole spiegazioni possibili siano quelle inter pocula; è chiaro, come padrino è un dilettante; per tutt'altro - strizzando la punta del sigaro tra l'indice e il pollice - dice di essere un ((puro», ((un puro uomo all'antica »; attribuendo al concetto di purità un siBibliotecaGino Bianco

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