Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

Ma l'Italia obbedisce alla sua m1ss1one di . guadagnarsi volta a volta; mai nulla senza tormento, mai un làscito della ventura: sempre col ferro e col sangue, tutto dovuto a se stessa al genio dei suoi capi alle arterie dei suoi figli. Il patriottismo è come il ferro infiammato, più scintilla se più è percosso: così, lavorando tra insidie celate e rischi palesi, il partito dei patrioti si afferma a Milano, nelle elezioni del 1814, dopo l'armistizio con Vienna: si chiede a Parigi un governo autonomo libero monarchico ereditario. S'è visto quel che frattanto accade in Sicilia e a Napoli. · La sommossa di Romagna porta alla fatidica assemblea di Bologna, dove si proçlama la costituzione dello « Stato delle Libere Province d'Italia». Siamo nel 1831; Cavour ha ventun anni, una grande passione che lo arde, una grande cima da conquistare, e per ora fa l'ufficiale del Genio; Mazzini ha compiuto venticinque anni, ma, già adolescente, vedendo la desolazione degli emigrati dal porto di Genova, ha cominciato a vagheggiare un'Italia libera, e a 18 anni già scrive sul Subalpino, sotto la direzione del Tommaseo, scrive articoli che sono fiamme vive, e comincia d'allora a vestire di nero per il lutto della patria e vestirà ancora di nero, quasi per dare appuntamento a se stesso, al suo dolore e alla sua speranza; Vittorio II non, è che un fanciullo, ma cresce col retaggio sabaudo e tra i miti eroici della stirpe, accanto al genitore sfortunato sulle cui labbra, nell'ora drammatica, nascerà il motto che la Patria potrebbe adottare per tutte le imprese sofferte: « L'Italia fa da sè ». L'atmosfera si oscura, gli eventi incalzano col ritmo della fatalità; si giunge alle insurrezioni del 1848: tutti i governi d'Italia aprono i Parlamenti, e non importa se il Lombardo-Veneto debba serrare le porte e le voci. Il primo ministero del Subalpino· è del 16 marzo, è presieduto da Cesare Balbo. · Ora il Parlamei:ito attinge le fauste altezze: esso non è più e non ·è ancora un'accademia di illusi di sofi e di cori; non la rettorica della patria, ferma ai soldatini di stagno e 6r Bib!1otecaGino Bianco

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