gridare la pass10ne adriatica: eccìdio. Più tardi, all'Assise di Napoli, dove le gu:irdie omicide sono rinviate per suspicione, l'estensore di questi resoconti, che con l'avvocatessa Teresa Labriola è nel collegio di difesa per i patrioti revolverati, ha appena il tempo di pronunciare la sua arringa contro le guardie nittiane e lo sgoverno del tempo che giunge l'amnistia ancor prima del verdetto. Quelle giornate di udienza si arrovellano nello zelo degli opposti patroni; invettive e intemerate e libri in aria: con l'avv. Sinibaldo Tino, che più tardi lascierà la politica per un operoso lavoro, io ho la più complicata vertenza cavalleresca dei miei anni, e vi si affaticano con buona volontà i padrini, De Martino (uomo di toga e di canzoni a Posillipo), Ignazio Scimonelli (specializzato in diritto penale e cavalleria), Amedeo Mammalella (che sarà deputato senza averci mai pensato), Rosalbino Santoro (che non sarà deputato pur avendoci di molto pensato). Una diversa procedura penale Nitti fa imbastire contro il Duce e numerosi camerati, vano tentativo col quale si cerca di fermare l'Uomo e l'Idea. Fra gli atti della Rivo'.uzione merita di essere acquisita la richiesta della Procura Generale del Re di Milano, che qui riportiamo nel suo testo (N. 0 123 Reg. Gennaio 1920): « Il Procuratore Generale del Re in Milano, letti gli atti processuali assunti a rito formale contro Mussolini prof. Benito, Vecchi Ferruccio, Pasella Umberto, Bolzon Piero, Mazzucato Edmondo, Volpi Albino, De Eoni Alessio, Cornelli Giovanni, Rainero Gi~cinto, Calati Domenico, Trecchi Arturo, Malaspina Emilio, Pais Pietro, Martinelli Domenico, De Grada Emilio, ed altri 21 ed ignoti. Imputati « Gli ignoti: a) del delitto di cui agli art. 372 e 37 3 C. P., per avere in Milano il 7 novembre 1919 in Piazza del Duomo, mediante armi da fuoco, senza intenzione di uccidere, cagionato ad Albini Vittorio e Taccarella Antonio lesioni personali, guarite senza conseguenze oltre il 19° giorno); b) del reato di cui all'art. 190, per avere, in Milano e nella Galleria Vittorio Emanuele ed in Piazza del Duomo, il 17 novembre 1919, usato, mediante ·anni ed in unione di molte ed oltre dieci persone, violenze e minaccie agli agenti ed ufficiali del600 BibliotecaGino Bianco
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