Sonnino; l' on. Bertini rettifica la rettifica del!' on. Mont;iGuarneri; !'on. Sonnino invita la Camera ;i ricordare che « la guerra nazionale è stata realmente vinta dagli italiani>>; l'on. Giacomo Ferri specifica che « la gilerra è stata vinta dai soldati e rovinata dalla diplomazia »; e la seduta continua. Infine la legge è approvata sulla base del sistema proporzionale, è approvata con 277 voti favorevoli (contrari 38), con un ordine del giorno illustrato dall'on. Porzio, ch'è, alla Camera prefascista, fra i più autorevoli, e, a Napoli di tutti gli anni, semplicemente « don Giovannino >>. Oratore fiàmmeo, violento nell'opposiz.ione e circospetto al governo, generosamente impetuoso, sentimentale, aspro critico di Giolitti a quattro occhi e sostenitore fierissimo in pubblico, penalista nel cui Studio passano le più eèheggianti tragedie giudiziarie di tutta Italia; Porzio è per decenni, ali' Assise, il naturale avversario di Gennaro Marciano, senatore e giurista, e verace fascista, maestro d'eloquenza e di molte cose, che riesce a fare d'ogni sua conferenza un avvenim_ento e d'ogni avvenimento una celebrazione oratoria. Approvata anche dal Senato la nuova legge elettorale, Sonnino - per protesta - non ripresenta la sua candidatura nelle elezioni della XXV legislatura. Nitti manipola così il puerperio della nuova assemblea; ma nè lui nè la Camera godono ore tranquille; la solita voce ne turba le sieste, Mussolini. Mussolini non solo scrive articoli dal titolo specifico di Governo vile I; ma spacca i tumori del p.u.s. (partito ufficiale socialista). Luglio 25 del '19: « Tutto ciò ch'è coraggio, audacia, eroismo, è ·negato dalla nefanda perversità tesserata del bestiame pussista... Inutilmente il vinattiere Zibordi tenta di ricondurre sul terreno della Nazione il pussismo italiano ... Bisogna preparare nuovamente armi di ferro, armati di ferro e picchiare senza pietà ». Il « vinattiere >> Zibordi - per intenderci - è !'on. Zibordi, Deputato al Parlamento. - Intanto matùrano i destini di Fiume. Nel suo volume su L'Intervento, Salandra ammette che egli e Sonnino siano responsabili di non aver contemplato Fiume nel trattato di Londra; si giustifica prospettando che quel trattato « non ebbe in mente la dissoluzione dell'Impero austro-ungarico e il con598 BibliotecaGino Bianco
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