Sempre più si delinea il contrasto dell'uomo. Afferma al Senato, in gagliardo raptus oratorio: « Noi siamo umili creature che, come dice il Poeta, un sole ci vede nascere e un sole ci vede morire; noi possiamo, e dunque dobbiamo, far sacrificio di ogni nostro bene, del nostro avvenire, del nostro patrimonio, della nostra vita. Ma la patria dev'essere immor,- tale: tutto si deve tfntare e tutto osare perchè viva l'Italia! ». Tutto, tranne un decreto che punisca di morte chi la pugnali, la patria, perchè un siffatto decreto - fate attenzione - non sarebbe fedele « allo spirito delle nostre istituzioni liberali». Nell'aprile '18 è il Patto di Roma: carte e delusioni.· Nel giugno, il Piave: sangue e vittoria. Quando il nemico è vinto, Mussolini, la più possente voce della resistenza, saluta ( 1° no.vembre) 1'Esercito italiano che chiude la guerra con un'avanzata trionfale(« Così conquistata, la vittoria è bella, è italiana, è «nostra,>); anche Orlando saluta la pace (discorso alla Camera del 20 novembre), ma l'abbina a « le nostre istituzioni essenzialmente democratiche >> che « consentono ogni sviluppo ed ogni trasformazione>>. Il 28 novembre, dopo un veemente discorso del presidente del Consiglio, che questa volta saluta unicamente i soldati, « i vittoriosi che hanno soli i diritti di segnare la strada », l'assemblea, in una lucentissima sera· - allè ore 21,45 - vota quest'ordine del giorno presentato dall'on. Barzilai: « La Camera, approvando l'opera del Governo e le sue dichiarazioni che annunciano sciolto il voto, compiuta l'unità della Patria, passa al!'ordine del. giorno » : votazione unànime, tranne i. socialisti ufficiali, che son pure cittadini italiani; per sola virtLJdei registri di stato civile. Ma il '919 si staglia oscuro sul cammino nazionale; fùmigano le paludose atmosfere malariche dalle quali sarà figliato il governo Nitti. Si comincia a processare la guerra, si comincia a considerare il mutilato come il residuo d'un grosso infortunio. Mussolini s'alza, più in piedi che mai: << Non è l'ora delle preoccupazioni miserabili in vista - magari - delle elezioni. Chi teme di essere sommerso cerchi di ritrarsi alla riva, ma non imprechi, ma si astenga dal diventare grottesco po541 ibliotecaGino Bianco
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