Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

Deteriora sequu1ltur. Proclamandosi in giugno il protettorato italiano sull'Albania, sorge contrasto entro il governo tra Sonnino, che - silenziosamente tenace - intende le rivendicazioni italiane, e Barzilai, che - bendato da ideologie pneumàtiche - non le intende; poi il gruppo giolittiano, nella sua milizia scelta (47 deputati), si porta in prima linea (in parlamento, si capisce) contro il governo. Il socialismo, qual corvo .gigante, va in cerca d'un rovescio per sostentarsi: Maurizio Maraviglia (cui ingiustamente si rimprovera il gusto della comodità e di cui l'on. Romano, Plutarco di Montecitorio, scrive che « cogitat in quiete agit in otio ») scende in piazza coi suoi camerati, e ricorderà più tardi questo periodo diagnosticando come il partito socialista, sorto dopo Adua, sempre visse per « perpetuare nella coscienza italiana lo stato d'animo della sconfitta>>. L'Idea Nazionale combatte frattanto la buona battaglia: un articolo dal titolo « Tener duro >> è soppresso dal censore, forse perchè indicà cc l'ainàlgama tra il pus socialista e il pus giolittiano >); ma quell'articolo ba una linea precisa: e< Avanzare è la parola d'ordine dell'Ese_rcito. Star ferini dev'essere la parola d'ordine del Paese>>. Corradini, sdegnato per l'invadenza della censura, scrive ad Orlando e protesta « contro ttn regime licenzioso in cui ogni sorta di nemici della guerra, nazionali e stranieri, hanno potuto agire >>. Alte voci, fuor di Montecitorio. Dentro, al gruppo dei giolittiani si accagliano man mano deputati vari, nasce così quell'Unione parlamentare, le cui ta:,ole statutarie si esauriscono con la pavidità degli intenti e la sfiducia nelle sorti guerriere; l'on. Bovetti assèvera la bella forza di questa cc Unione »: cc siamo 96, lo sappia ' la stampa; 96, un numero che non si gioca al lotto», e l'on. Bovetti, pronunciando cc novantasei >> con tre s prolungati, siede convinto di avere infilato una frase storica, come quella del cc veni vidi vici », ognun si ritrova un'anima di Caio Giulio come poò: a capo sta l'on. Cocco Ortu, il quale riabìlita l'ingenuità della volpe, deputato di sinistra per mezzo secolo, fido zanardelliano, più volte al governo, nominato il '920 ministro di Stato; l'on. Cocco Ortu ha un odio e un amore (l'odio per le fotografie, secondo Cimone, tanto che i gior530 BibliotecaGino Bianco

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