umiliarla com'essi fanno; questi deputati dovrebbero essere consegnati ai Tribunali di guerra». La proposta ha un effetto sorprendente, quasi totalitario: il 20 maggio, allor che Salandra, su relazio_ne dell'on. Boselli, chiede i pieni poteri per la gue~ra, votano a favore ben 407 signori deputati; contrari, solo 74; I astenuto. Nel SeDato, il giorno dopo: 262 favorevoli, 2 contrari. · Nel parlamento giunge la voce rivoluzionaria: Corridoni, p<1rlando dai gradini del Duomo di Milano, chiede al popolo « un lampo di ribellione al tradimento giolittiano )); D'Annunzio, dal Campidoglio, ricorda Nino Bixio, « branca aqu.ilnia, anima battuta al cònio dei vostri Orazii, temerità di corsaro ligure uso al!'abbordaggio e all'arrembaggio,· nato eroe come si nasce prìncipi: esemplare italiano a gli italiani che si armano >> e, dallo scoglio di Quarto, ha già elevato le sette càntiche, ognuna delle quali finisce con la parola <<Italia>> ed è rivolta alla Maestà del Re, « assente ma presente>>. Il 24 Maggio è l'etrata in guerra: il 26 il Re assume il comando delle forze di terra e di mare e rivolge il proclama ai soldati: <<A voi la gloria di piantare il tricolore d'Italia sui- termini sacri che natura pose a confine della Patria nostra, a voi la gloria di compiere, finalmente, l'opera con tanto eroismo iniziata dai nostri padri >>. Il parlamento, che ha subìto la dichiarazione di guerra, tratta ora la guerra come « ordinarià amministrazione ))' nel senso che il cannone non vieta al corridoio e all'aula di riprendere la stessa infida vita. Salandra ha pronunciato la nota frase della necessità che l'It:i.lia consideri il suo « sacro egoismo >>; però il segretario del partito socialista dirama la formula dei rapporti con la guerra: <<né aderirvi nè sabotarla >>. In sostanza i deputati socialisti la sabòtano, poichè la guerra non consente la neutralità del fronte interno, la non adesione è già un sabotaggio; essi cominciano il 3 I ottobre del 'I 5 col protestare, fra discorsi interruzioni mozioni e appelli, contro la censura, contro la mancata convocazione del parlamento, contro la cosiddetta soppressione del diritto di libertà. BibliotecaGino Bianco
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