strissimi e aiziàvano il pensiero della villeggiatura prossima: bellissimi maggi, celebrati dalle canzoni patètiche e dalle mandolinate a mare. Ed ecco invece che questo maggio del 'r5 s'addensa pigiato d'allarmi e di sospetti: la guerra! ci sarà la guerra? Il sole è pazzo, proprio un sole da grandi imprese; ma le case stanno con le griglie calate e, dentro, gli onorevoli parlamentari màsticano la cannuccia della pipa di ràdica - preoccupati di questa follìa che fruscia nell'aria - e mandano getti di saliva pipando torvo contro le teste matte. La guerra?! Le signore, quelle che hanno la carne odorosa di grasso e di benestare, sussùltano; e non un'oncia di cuore che non sia in subbuglio: odono parlare di nuovi orizzonti, e il Brènnero e Gorizia e la Cima del Pasubio e la dolina càrsica, ma in verità non si persuadono che sia necessario altro panorama oltre quello· del mare e del monte dove si va in està; e 'non sç1.nnose si debba piangere per davvero, se questa guerra si farà sul serio; si svegliano al mattino perplesse, interpellando col tremacore il consorte autorevole, e soffrono per sentito dire. Nei « Circoli dell'Unione » non si riesce più a fare una partita di biliardo o di macao con la tranquillità dovuta: questo pensiero della guerra sfrulla in testa come un moscone rinchiuso in un bicchiere capovolto; i signori si spiegano reciprocamente che Giolitti, come sempre, vede giusto, che è meglio prendersi le fettine del « parecchio », che chi sa poi come una guerra finirà ... e si rifanno la faccia a punto ammirativo ... e si mettono i pòlki all'imbracciatura del pç1.nciotto, un gesto che allora usa mo'.to ed è proprio della gente comm'il faut (si dice alla francese). Il deputato è contrario: i deputati fanno mandra giolittiana; a chiudere gli occhi si può immaginarli con la marchiatura sul groppone come il massaro pràtica alle vacche ... Poi vi s9no i padreterni çli certa ricchezza, quelli che consultano il listino di Borsa e sanno leggere il bollettino dello Stock-Exchange: lo spettro d'una guerra che riduca i titoli li stronca nelle vene; sono come i galli buttati a dissanguarsi con l'inglùvie tagliata, da cui il sangue gèmica a gocce in un convulso sbàtter d'ali e di zampe. Tutti dicono che la cosa sarebbe enorme; ed << enorme » è la parola che più torna 506 BibliotecaGino Bianco
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