semper attulit »; Garbaccio è il Capo di Gabinetto di Di San Giuliano; !'on. Borsardli è il sottosegretario agli Esteri; Italo Carlo Falbo, che sarà anche lui deputato, per ora scrive sul Messaggero, del quale sarà anche direttore; Bruschelli ·è il segretario particolare. Con tali intese, ecco gli endecasillabi dello scettico ministro sul letto di morte: 484 . In pugliese Salandra, in meneghino Marcora, narreranno le mie gesta. Leggendo il funerale del « cugino », Giovannino dirà: « Che bella festa! ». Sosterrà De Martino che son morto perchè son nato - ahimè! - di venerdì; inventerà mia nuora in modo accorto virtù del nonno ad edw:,u Ninì. Torre dirà che la mia colpa vera fu non aver seguito i suoi consigli. Penserà Merey: - morir debb'anch'io, dei fratelli siamesi è questo il fato -. Garbaccio, prima dell'estremo addio, (( Agli Atti» la mia morte ha già passato. Di poche anime buone il passeggero rimpianto forse aleggerà per poco sopra le pieghe del mio drappo nero, e tra le faci del funheo loco tremolerà per l'aleggiar gentile forse la fiamma allor di qualche face e spirerà sulla mia spoglia umìle un'aura cheta di serena pace. Sulla mia bara mesti e addolorati i farmacisti deporranno i fiori; e così si vedrà che vi son cuori nel dolce ìtalo· suol memori e grati. E quando poscia dai registri loro mireranno che pèrdita avran fatto, allora tutti esclameranno in coro : - Peccato che sia morto un sì bel matto!-. Un bel discorso farà Borsarelli, scriverà Falbo una necrologia; • BibliotecaGino B1anco.
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