sorseggia il latte e sfoglia i rapporti delle ambasciate, ·indolente, conferendo a tutto e a tutti ben limitata importanza: tutto pJssa; dal nord o dal sud si giunge sempre al traguardo fin,de. Daniele Varè, un gaio diplomatico di fine accorgimento, racconta che una mattina, galoppando per il cavalcatoio di Villa Borghese, il vento gli porta un grande foglio; è firmato D'Avania. (Si sa che il duca Giuseppe D'Avarna, palermitano, ambasciatore a Vienna. nel '915, è colui che presenta la dichiarazione di guerra all'Austria). Varè volge gli occhi in giro, s'avvede subito che il foglio è volato dal tavolo di Di San Giuliano; s'affretta a riportarglielo, considerando quale importanza un rapporto delì 'ambasciatore di Vienna possa avere in quel tempo di Cancellerie febbrili. Di San Giuliano riprende il foglio senza entusiasmo, osserva anzi che il foglio poteva lasciarsi in balìa del vent9. E al Varè, il quale gli fa notare che sul foglio è scritto « Riservatissimo, Confidenziale», spiega che: - Non vuol dire. Ho notato che quanto mi scrivono gli ambasciatori, in rapporti riservati e confidenziali, l'ho sempre letto il giorno prima sul « Messaggero>>. Così noncurante del prossimo e delle cose, Di San Giuliano fa appena a tempo, il 2 agosto del '914, a proclamare la neutralità dell'Italia nel conflitto europeo; muore poco dopo, nel palazzo della Consulta, non senza avere motteggiato sulla sua stessa fine, in una lunga poesia umoristica, riportata in quel diario nel quale Aldovrandi Marescotti, Capo di Gabinetto di Sonnino, sagacemente narra la cc Guerra diplomatica >>. Per intendere la poesia che Di San Giuliano scrive poche ore prima di morire, è necessaria qualche spiegazione preventiva: Sabndra - si sa - è il presidente del Consiglio e Marcora il presidente della Camera; Giovannino è Giovanni Giolitti, c;ugino per comune massima onorificenza con Di San Giuliano, essendo entrambi cavalieri dell'Annunziata; De Martino è Segretario generale al Ministero degli Esteri; Torre è Andrea Torre, giornalista di talento che crede definitivo il suo parere, e deputato, mini~tro, poi senatore, sempre a galla, tanto che il brocardo latino dell'on. Ruggero Romano specifica: cc in mediis tempestatibus ripam BibliotecaGino Bianco
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