lenni per accertare le respowabilità politiche relative ali'origine e alla condotta diplomatica della guerra; esaminare il modo come furono esercitati i pieni poteri, come furono stipulati ed eseguiti i grandi contratti di forniture tanto ali' interno quanto all'estero; e far conoscere chiaramente al paese come furono spese le immani somme di diecine di miliardi delle quali finora nessun conto è stato dato». La demagogia non è nel concetto, è almeno nella sede, nel gittare alle fauci aperte della folla scandalistica ed elettoralistica il sottinteso d'una guerra che abbia fatto impinguare i corvi dell'industria criminale sul sangue del popolo ingannato. Altre trombe rispondono: l'on. Miglioli, una specie di apostolo del sovversivismo agrario, va attizzando nuovi rancori proletari, affermando che i proprietari abbiano ,sottoscritto, sino a venti lire ogni ettaro, per costituire un fondo di resistenza contro i contadini e debellarne ogni speranza legittima. In questo frastuono di rumorose voci, e taluna inconsistente, le quali pure invocherebbero tempi nuovi e huovi indirizzi, il parlamento si rivolge a Giolitti, poco meno che ottantenne: Giolitti ha un po' d'otite e va sturandosi energicamente col mignolo l'orecchio sinistro, ma ha l'udito tuttora perfetto. Il vegliardo si presenta alla Camera il 26 giugno del '20, col nuovo ministero: Agli Esteri, il conte (salvo ognu·no) Sforza:. Giolitti, nelle Memorie, lo chiama « un giovane diplomatico che aveva fatto ottima prova>>. In verità è un conte «fasullo» (come dicono nel Sud), con riccioli impomatati, e - quando può - con le unghie laccate nel seno d'una donna. All'albergo Hassler, a Roma, scandaliz~a il sen. Lustig, professore di patologia medica, timorato e igienista, poichè, durante le trattative di Rapallo, nel periodo più tragico per l'Italia, Sforza vi vive con un'amante slava, in molto champagne e intensi conati di predatore sessuale, tra voglie allupate e lombi tramortiti. Ambasciatore del Governo, tradirà gli ordini del Governo fascista, contro la nazione per la fazione: la sua foce naturale sarà il fuoruscitismo; forse sarà vivo ancora· e forse no, la cosa non ha importanza. 47° BibliotecaG.no Bianco
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