Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

la, a impoverirla, a considerarla il « mus >> clella tragica montagna di carne martoriata? . Ma il paese - come il seguito di queste cronache ricorderà - è intossicato in ogni giuntura da una cancrena disfattista; non sa piL1credere alla vittoria, le truculenti rapine degli ex-alleati al tavolo delb pace oscurano i bagliori delle ultime· 1uci; dopo Nitti, che tradisce da capo del governo tutte le idealità patrie, Giolitti appare :mcora un simbolo di espressione: nazionale. Giolitti non ha creduto alla guerra, ha lottato sotterraneamente il Gabinetto Salandra che la guerra deve proclamare e proclamerà, si sarebbe contentato ciel « parecchio >J (il l[Uale « parecchio >J è senza Trieste Fiume Istria e Alto Adige): tuttavia, dopo l'ottobre 1917, non è profittatore della transitoria sventura nazionale e sta col governo; non acclama Nitri e ne diffida: l' '< amnistia ai disertori>> non convince la sua istintiva rettitudine paesana e il suo criterio stiacciato nel1 'ordine delle leggi: dopo che Nitti brucia le ultime fioriture, persin Giolitti può sembrare un seminatore. Egli, da pilota aclusato a sentire le correnti .che vengon dal profondo, se ne avvede, e già il '919 si sente ormai « di scena >>; avanza sulla rib~lta. · Nelle elezioni di quell'anno pronuncia (ottobre, 12) un discorso a Dronero, nel quale - com'è suo costume -:-- tende una mano al socialismo, e scandisce il tempo alle biscrome degli accordi internazionali : « A molti conservatori di corta vista - dice -- questi accordi sembrano pericolose organizzazioni, mentre invece questi rapporti internazionali fra le classi sociali, che dalla guerra risentirebbero maggi-ori danni, sono anzitutto mezzo efficacissimo per neutralizzare: ogni fermento d'~dio tra i pop?li >>. Persino Sorel rimane incantato di quest'appello al proletariato rivoluzionario e, un mese dopo, scrive un articolo per dire che un vecchio ministro francese non sarebbe stato capace di « tanta libertà di spirito >>. Ai socialisti Giolitti rinnova il solletico propugnando il processo alla guerra, nelle ragioni storiche e iqeali abbinate alle malversazioni dei profittanti: afferma che la nuova Camera « dovrà, come suo primo· atto, delib~rare inchieste so468 BibliotHçaGino Bianco

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