hia con entusia_smo. In quell'epoca sono fl('nuti qui molti a sostenere la facilità dell'impresa. lo però risposi che non mi lusingavo di tanto ottimismo e dissi eh~, se il Paese a ccettava i sacrifici della guerra, la guerra si sarebbe fatta». · Qui è l'uomo: la guerra per lui è un infortunio, non un esame; l'accetta senza entusiasmo; il suo entusiasmo è tutto d'ordine elettorale, le sue battaglie sono quel.le dell'ur na; gli parla più il verbale del seggio nelle elezioQi a suffra gio allargato del novembre '913 che non la firma alla pace di Losanna nel Trattato con la Turchia dell'ottobre '912. Nelle sue Memorie si raccomanda alla posterità per i suoi leucociti tranquilli, alieni dalle tensioni del colpo di mano, sempre, e particolarmente nella guerra libica: « Malauguratamente pochi sono coloro ciie riescono a mantenersi immuni dall'eccita.zione particolare che accompagna qua lunque guerra ... Ricordo· una strana proposta che mi fu fatta , a un certo momento, dal nostro capo di Stato Maggiore, il gen. Pòllio ... Propon,eva che, per trovare una soluzione d ecisiva, noi facessimo una grande spedizione militare nel!' As ia Minore, sbarcando a· Srnirne. Attaccare così l'Asia Min ore si, gnificava impegnarci là dove là Turchia aveva la su a· massima forza ». . Sa il cielo se Cagni abbia ragione oppur no; ma è certo che « l'eccitazione particolare », deplorata dal Cav • Giolitti, è l'avventurata sorte della guerra; gli eroi vengono da quest' « eccitazione particolare » e « l'Iddio giusto dei giovani pòpo'.i n, che combattono con il sangue contro l'oro, ispira « l'eccitazione particolare » dei grandi eventi: i grandi eventi giammai si creerebbero con le temperature medie dei 37 gradi, respirazione normale e digestione perfetta. È in quest' « eccitazione particolare >>che il Fascismo deve rifare l'impresa e riconquistare la Libia contro la rivolta degli indigeni; che Mussolini dà le consegne al ge n. Graziani; che il gen. Graziani può farne un resoconto « eccitato>> (direbbe Giolitti, nella sua soddisfacentissima a rmonia vasco'.are): << E la parola fu data alle armi. Santa parola sempre, quando si vuole imporre la propria volontà ad un avversario recalcitrante; ma cento volte più santa awm io s i tratta di politica indigena, e cioè svolta a contatto di mentali tà barBibliotecaGino Bianco
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