te italiana del fatto « guerra» e la sua opposizione non può essere confma con l'antilibicismo dei socialisti ufficiali: egli crede che il problema coloniale ed europeo debba essere posposto, nel tempo, a,l problema interno: risolvere prima la « questione sociale lJ, e poi lo << spazio vitale». Egli scrive: (< Fra noi, socialisti, ed i nazionalisti c'è questa diversità; che essi vogliono un'Italia vasta, io voglio un'Italia colta, ricca, libera. Preferisco essere cittadino della Danimarca che suddito dell'Impero cinese». Dice « io voglio un'Italia colta... » e non « noi vogliamo ... », perchè sicuramente sa di non potere parlare a nome degli altri, a nome del socialismo. È interessante notare che il '921, sei di febbraio, nel discorso di Trieste, userà gli stessi aggettivi che usa ora, « un 'Italia ricca e libera i>: « Sogniamo e prepariamo - con l'alacre fatica di ogni giorno - l'Italia di domani, libera e ricca, sonante di cantieri, coi mari e i cieli popolati dalle sue flotte, colla terra ovunqué fecondata dai suoi aratri ». · Cesare Marroni credo sia stato il primo - se non si erra -- a osservare acutamente e documentariamente questa posizione spirituale ed essenziale nell'antibolscevismo di Mussolini del 1911: « Era - scrive Marroni - il sentimento rurale e contadino che si ribellava a questo spostamento dei termini del problema, da interno e sociale a coloniale i>. Invero l'opposizione alla guerra di Libia in Mussolini fatalmente si evolve ner termini opposti a quelli in cui giungono dibattendosi gli altri socialisti. Ascoltiamo Arturo Labriola. Nel dicembre del '913, !'on. Labriola, col ragionamento spe:lato in dove lièvita l'ingegno paradossale, sostiene che la guerra provoca il capitalismo, -il capitalismo le colorue, le colonie la vittoria del proletariato; quindi avverte !'on. Federzoni che il nazionalismo lavora, senza saperlo, per « noi, socialisti>>. Federzoni risponde rigettando ogni asserito rapporto tra nazi,onalismo e socialismo, poichè il nazionalismo ha contenuto « essenzialmente idealistico " e persegue il benessere non di particolari categorie ma di tutte le classi « nell'ascensione economica e morale dell'intera Nazione"· E Giolitti? Candido, afferma in parlamento e ripete: « Ho già dichiarato che non ho intrapreso l'occupazione della LiBibliotecaGino Bianco
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