Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

· tuttavia egli ha un farmaco sicuro per le disillusioni: apre la porta "della biblioteca ed entra in dialogo con gli spiriti magni, da Pitagora a Platone; con gli economisti, da Cobden a Lassalle; con tutta una civiltà che - nella frase ripetutamente a lui cara - lìmita « tra le rose dell'El/ade e le spine della Galilea »: da Socrate a Cristo trova da per tutto amici, e più cordiali dei vivi, perchè quelli non lo rimbeccano, rispondono col silenzio alle sue parnassiane omelìe, e chi tace (dicono) acconsente. Questi altri, invece, i par'.amentari, accrescendo il suo nome di Luigi, lo chiamano « Gigione)); e lo chiamano pure cc beccafico », poichè lui allunga il tondo faccione sbozzato con una barba che - tra le barbe - sembra di sesso maschile, lunga e a punta decisa, tremante di ellènica sapienza. E di orgoglio. Luzzatti trascina con sè un par di etti di emorroidi e una dose di vanità contraria all'asserito evangèlio, una dose a'.lopàtica. Guai ad interromperlo: « La misura della grandezza la dà sempre Lei, onorevole Salandra - dice, lampeggiante, al deputato di Troia ... - Ma non si osi interrompermi perchè, per quanta modestia si abbia, dinanzi a questa presunzione di orgoglio di uomini, che nulla hanno fatto di maraviglioso per il loro paese, si ha pur diritto di diventare orgogliosi )). (Il verbale registra: cc applausi, rumori, approvazioni n). · Non bisogna credere che gli applausi siano stati aggiunti dall'oratore sul resoconto tipografico, perchè Luzzatti assicura di non patire questa manìa, ch'è pur di larga diffusione nel ceto deputatìzio: e< lo, onorevole Riccio - dice rispondendo al deputato che porta in tasca il bastoncello di prossimo ministro, ministro con Salandra e con Orlando - io non ,:orressi nessuna edizione del mio discorso; prima, perchè non ne ho il tempo, e poi perchè L'assicuro che non sono di quei deputati alteranti le bozze, o che aggiungono applausi che non hanno meritato ». · Riccio ingòia la saliva ed incassa: è un ingegno solido, Riccio,_pur senza vampe; un ingegno alla mano le cui evasioni son fughe circolari, torna sempre a se stesso senza riuscire a<l irrompere nelle vie del trascendente dove palpitano le grandi luci: si spàmpana infecondamente tra le furtive combrìc452 BibliotecaGinoBianco

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