Quando Pietro si presenta allo studio del Maestro, vuole ricordare: - Il mio nome - dice - vi dev'essere noto: voi avete fatto arrestare più volte mio padre. E Amore, facile all'ira: - È un rimprovero che venite a farmi in casa mia? - No; è un ricordo: vengo a chiedervi di riparare al male fatto al padre, col bene che farete al figlio. S'intendono subito, e per sempre, il vecchio e il giovane. Or non si può dire delle cause di Pietro Rosano, che sono tante; e tutte, battaglie; e molte, vittorie. Basta ricordare la prima, quella dell'esordio, che gli dà rinomanza sicura. È il processo Fadda-Saraceni, attorno cuì b generale opinione si esàspera chiamando nel pubblico persino le dame dell'aristocrazia romana e suscitando, 9,uesto morboso accorrere di signore in pelliccia, il verso sdegnato di Carducci : Voi rosicchiate, o belle, i pasticcini fra il palco e la galera... Rosano difande Raffaella Saraceni, imputata di aver fatto uccidere il marito per essere libera col drudo. Il Pubblico Ministero è stato efficace, vibrando per la tragedia ·di questo inconsapevole consorte sacrificato all'orgia degli amanti. E Rosano, incalzando, gli rimprovera il vizio della virtù: « La vo1tra· eloquenza fu terribile, fu schiacciante. Ma chi accusa non deve commuovere. Dev'essere freddo come la legge, impassibile come la ragione, sereno come la logica. A noi, a noi soli, spetta di parlare al cuore. Voi rappresentate la società: noi, l'individuo. Voi siete già una potenza; noi, un essere debole che si dibatte contro di essa>>. La Saraceni è ~ondannata; ma l'avvocato rimane sempre convinto. dell'innocenza di lei, ed il suo tormento è implacato sino al giorno in cui riesce ad ottenere la grazia sovrana. A questa possibilità di prodigarsi senza calcolo e di combattere senza timore, si deve quel processo d'oltraggio contro un Pubblico Ministero, onde egli per una volta· passa dal418 BibliotecaGino Biancò
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