Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

-càuda, un amore di panorami alla lanterna magica, un senso eufòrico che vien ~ial braciere d'inverno e dalle passeg- _giate fuori porta d'estate. Di questo tempo Giolitti è figlio padre e padrone. Alla Camera, il suo primo discorso notevole (durato. - inconsuetamente per lui - du.e giorni, 18 e 19 gennaio '87) è sul bilancio dei Lavori Pubblici; discorso d'opposizione, specialmente contro i ministri interessati - Lavori Pubblici e Finanze ·- discorso zeppo di. cifre e decimali, residui attivi e passivi, riscontri, confronti, addèbiti e saldi: si· direbbe che l'oratore non riesca a pensare se non in numeri. penala, ministro dei Lavori Pubblici, ne rimane sorpreso e più calca quel suo tic, che sta nell'arretrare le spalle e mettere il ventre in avanti; Magliani, gèmino nel nome e nel éuore di Agostino Deprètis, non si capàcita, da ex presidente della Corte dei Conti, che questo Giolitti sia passato dal segretariato della. Corte medesima senza riuscire a levigarsi. Però il successo è vivo; sin d'allora si alimenta la fama d'un Giolitti tecnico, capace di veder fondo entro le sottovesti dei bilanci, una « competenza », un «piazzato»; invero l'Indipendente pubblica una corrispondenza pepe e sale del suo redattore politico: « Giolitti ha parola chiara, voce squillante, e l'arte_di far digerire alla Camera le più astruse dolcezze della logismografia. Di questioni politiche si occupa poco. Si direbbe non ne abbia il gusto. Però alla sua tempra di montanaro le ascensioni non riusciranno, per questo, meno facili». Non importa: com~nci pure ad ascendere il montanaro; tanto, a Varano-Costa, quel bimbo ha poco più di tre anni e gli occhi spiritati; ed è nato in un cascinale d'una terra detta « ardente e ardita », rurale: « Gran cosa - esclama Angelo Gatti - gran cosa per un uomo aprire gli occhi dove fra suolo e creatura non si frappone la città, invenzione posteria- .re e fittizia». H bimbo si fa uomo, e l'uomo, già padrone di sè e della folla, sempre avrà l'orgoglio di quel borgo natìo; « I registri della mia parrocchia sono là, a provare che io discendo da persone oneste, che lavorarono la terra >>. 401 26 ib 1 Gino Bianco

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