Ben, alla corta, in quel torno di tempo che va dal 1820 al 1880, era in Inghilterra Beniamino Disraeli: vigeva un tacito accordo e generale per cui, a dire Ben, s'intendeva parlare di Beniamino Disraeli figlio di Isacco. Isacco credeva a molte cose: al breakfast abbondante come un lnnch; agli astratti pomeriggi, passati leggendo nei corridoi del British Museum; a Voltaire; a una sua Storia della Letteratura che sempre aveva in mente di scrivere; al sicuro ritorno ,del potere ebràico; ma soprattutto - equamente dividendosi fra le gioie trasognate dello spirito e i piaceri grassi della carne - credeva al certo avvenire del figlio Beniamino, Beniamino detto Ben. Ben era un ragazzo fantasioso; gli piaceva cantare: gli piaceva ·seguire 1 'english fashion e le donne della City, gli piaceva se un sbrèndolo di sole riuscisse a disperdere sia pur..: per poco le nebbie di Londra. Un richiamo di vaghe terre in fiore persisteva attraverso le generazioni: il nonno era nato a Cento, nella piana emiliana; aveva lavorato a Venezia; trasferitosi in Inghilterra, era rimasto fedele alla « biondina in gondoleta », e a sera cantava le cc barcarole>) sul mandolino, ' con la stessa diligenza della preghiera rivolta al Dio sommo dei suoi padri giudei. A scuola, sul muro di fronte, stava scritto: << lo sono la Via, io sono la Verità, io sono la Vita»; Ben, alzando gli occhi dal libro, sempre leggeva .la presentazione apodìttica; dovette poi meravigliarsi di queste certezze epigràfìche se, al termine della lunga esistenza, faceva tuttora rissa nel suo spirito l'incòngruo dubbio sulla scelta della via, sul senso della verità, sul significato della vita. Poichè i suoi compagni lo chiamavano l' « italiano >> con lo stesso palese disprezzo che portavano ai poeti puri, egli ricambiò il disprezzo alla tavola pitagorica e ai compagni; fece di più, prese per tre mesi lezioni di pugilato, al quarto mese cazzottò un par di condiscepoli con tàttiça esperimentata: il precettore ne rimase turbatissimo; l'eyetalian fu espulso. Allora studiò da solo, con furia; la sera segnava sul « Diario )): cc Ho letto Orazio: superbo! Mi piacerebbe essere mezzo Cesare e mezzo Augusto, destino perfetto. Demostene m'indispone: parla sempre di Virtù di Coraggio e di Patria; ma è un partitante un èhiàcchierone BibliotecaGino Bianco
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