gira per le piazze d'Italia svolgendo sovranamente temi di arte e di lettere, ma parla con minore successo dalla tribuna parlamentare; Orlando addormenta col canto della parola gli avversari ministeriali, ma volta le spaìle alla Corte di Assise. Solo Enrico Ferri può di sèguito tenere stretta la Camera per tre giorni diagnosticando il male irreparabile di due debolezze - un socialjsmo estremo nella viltà d'una mancata rivoluzione e una borghesia pavida nella viltà d'una mancata reazione: e poi correre a difendere lo studente cileno travolto nel gorgo d'una passione omicida: e poi tenere una conferenza su « Dante penalista >>: e poi trovarsi il giorno dopo al comizio di Mantova: e poi tornare a Roma per spiegare dalla cattedra i nuovi orizzonti della Scuola positiva. Di sègùito. È un logico: posta la premessa, ne balzano le deduzioni impreviste, sconcertanti, furiose, ma alla fine è rotto lo schema e il sistema: l'episodio è un'altra cosa; il fatto - traverso. la parola di Ferri - è sempre un'altra cosa. Enrico Ferri (') Ferri sa patire le grandi emozioni: sa piangere, quindi sa far piangere. La leggenda s'impadronisoe d'ogni episodio significativo, poi lo attribuisce alla cronaca d'ogni tempo: accade. Accade che si attribuisca a Diogene quel che altri attribuisce a Socrate. Così a più d'un oratore in Corte d'Assise è stato conferito quello stato di grazia che tutto travolge, financo la .rigidità del carabiniere, il quale - ascoltando il difensore esortare i giudici perchè aprano le braccia al1 l'umanità del giudicabile - apre realmente le braccia e gli cade il moschetto. Ma, per la S'toria, quel moschetto cade una volta sola: mentre parla Enrico Ferri. (') ,\!Ìontecitorio (NotereÌ!e di uno che c'è sta;o) -·Mongini, editore· Roma, 1908. (N.d.E.)' BibliotecaGino Bianco
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