condo l'adagio della scuola, perchè, se grave considerarono la calamità di errori giudiziari, assai più grave calamità reputarono l'anarchia che sarebbe prodotta nel mondo giuridi'co scuotendo l'autorità della cosa giudicata )>. (Benissimo! Bra- .vo !). . Tuttavia, il diritto è un principio e il parlamento una realtà: l'anno dopo, con Regio Decreto firmato proprio da Zanardelli, è concessa la grazia ad Amilcare Cipriani. Il più lungo discorso illustrativo del nuovo Codice Penale tiene Zanardelli al Senato, il 15 dioembre 1888, avendo la Camera approvato. il testo il 9 giugno: la Commissione senatoriale, composta di 15 membri, è presieduta dall'on. Vigliani; la relazione è divisa in quattro parti affidate ai sen. Pessina, Canonico, Costa e Puccioni. Zanardelli commenta lè molte riforme che il Codice nuovo porta alle legislazioni vigenti; spiega che il Codice ha voluto evitare l'ingombrante casistica la quale finisce con l'essere esorbitante ed incompleta. Egli pensa che il legislatore debba aspirare alla lode che Dante dà a Giustiniano, dove gli fa dire: Cesare fui, e son Giustiniano, Che per voler delprimo Amor ch'io sento, Dentro le leggi trassi il troppo e il vano. Su questi tre endecasillabi, il Senato applaude ed è approvato il Codice che vivrà anni quarantadue: sino al 1° luglio 1931 (IX). Il Codice Penale e il Codice di Procedura Penale, fascisti, portano la firma di Alfredo Rocco; già di lui si è_ detto, legislatore che traduce in postulati giuridici le enunciazioni innovatrici e riformatrici assegnate dal Duce alla Rivoluzione. Il parlamento delega al governo la facoltà della compilazione dei Codici; il disegno di legge di delega è esaminato, per la Camera, da una Commissiorie eletta dagli Uffici: presidente, Gabriele Carnazza; segretario, Antonio Scialoja; componenti, Bonardi, De Marsico, Di Marzo, Leonardi, Sarrocchi, Solmi e Vicini. Per il Senato: presidente, D'Amelio; BibliotecaGino Bianco
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