Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

tutti oratori, queLli che non sono oratori son quasi oratori. Gli « onorevoli camerati n riscuotono applausi e congratulazioni, chi più chi meno; nessuno è privato della quota legittima, perchè, parlamentarmente, un certo lotto di approvazioni sempre compete ali'« onorevole>> che parli. (Qui sia detto, questa volta per sempre, che noi usiamo la qualifica <li « onorevole » con rigoroso rapporto cronicistico, e cioè in riferimento al tempo in cui la qualifica è di dovere, essendo_- come si sa - l'aggettivo soppresso solo con l'avvento della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, e cioè proprio in quella data nella quale finisce la presente istoria parlamentare, saputissima e squilibrata). Nel marzo del '36, la Camera grida la sua passione per la parola del Presidente, Costanzo Ciano, del quale in seguito si dirà. Il Presidente comunica che le nostre truppe vittoriose inseguono i resti delle crde scioane e che le armi dell'Italia Fascista puntano al cuore del barbaro etiope; egli riafferma gli indissolubili legami che uniscono Sovrano, Duce e popolo: l'assemblea prorompe in formidabili ovazioni; poi rivolge l'applauso alla tribuna delle Forze Armate; tutti, deputati e pubblico, salutano a gran voce Benito Musso'.ini, si cantàno gli inni della Patria. Anche questo è da segnare: il Duce che éanta in coro coi deputati, e sembra che i pesanti tendaggi dell'aula si allarghino nel vento della fresca passione. Mussolini non è l'eroe in custodia, il divinizzato che abbia perduto sagoma umana; anzi, ai primi anni di governo, quando un giornale gli conferiva l'appellativo di sacro, egli telegrafava rivendicando il suo senso profano: è questa aperta umanità un altro segreto ciel fàscino, perchè il popolo lo sente suo, non chiuso alle caduche vicende di tutti, ma come tutti esposto alle gioie e ai dolori del sorriso del canto dell'ira e dell'ingwno; ·solo che egli, dalla materia. giornaliera, innalza l'opera alle proiezioni del genio, e, dove altri si dipana nella cura di sè, egli s'eterna nella gesta della Patria. Mussolini è nel popolo, perchè ne sa vivere la vita e vuole . viverla, perchè ricusa i privilegi del genio per essere uno dei tanti; e, allor che Bruno cade nelle fiamme del rogo, il· popolo avverte non solo che un altro eroe è passato nei cieli, BibliotecaGino Bianco

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