Da quando è andato alla Monarchia, Crispi si mantiene fedele e credente nel potere della Corona: egli vuole il Re assertore dei destini della patria; alla vigilia dell'avvento di Vittorio Emanuele III scrive una specie di breviario nel quale sembra tracciata la futura opera del nuovo Re, e non a caso Palamenghi-Crisp1 intìtola Profezie la raccolta di questi brani del suo grande congiunto, i quali sono dei massimi nel mondo pensato: « Per un re essere buon padre di famiglia, economo, affabile, caritatevole, osservatore delle leggi, non basta. Coteste sono doti ordinarie. Un re dev'essere grande, massime quando la dinastia è nuova e la monarchia, della quale egli è capo, non ha preso consistenza ed è instàbile ancora. Per essere grande bisogna che il re sia un valoroso guerriero, o un politico di larghe vedute, il restauratore delle sorti 4et suo paese. Il re cui manchino queste qualità è piccolo, e passa nella storia dei secoli inosservato, o poco curato n. Il tempo passa: pochi anni dopo, Crispi ha i primi r'iconoscimenti, persino da parte socialista. Arturo Labriola, in un volume del tempo, Storia di dieci anni, scrive, il '910, che Crispi aveva indubbiamente ragione pensando che' era inutile-rimanere a Massaua se non si abbandonava la costa per tentare di sottomettere l'interno del paese; e soggiunge: « Riconosco volentieri che Crispi è stato l'unico uomo politico, .italiano, che abbia avuto un grande 'concetto· del proprio paese"e' che abbia indirizzato tutta la sua azione a renderlo grande e felice». Il che è un bel· parlare, per un socialista: ma bisogna conoscere Arturo Labriola, come nbi lo conosciamo dagli anni dell'università di Napoli, quando - goliardi - aswltavamo da lui le lezioni di Economia pclitica, alla .facoltà di Legge. Labriola, piagato da un cervello in Ìnoto perpetuo è da una vocetta anòrchide, è sempre in trambusto spirituàlé 5 la sua biblioteca è terremotata, le sue idee mai sistemate':· si deve aggiungere che ·le idee sono moltissime, originali, in un'interpretazione talvolta romantica e talvolta eversiva della vita; ora avviene che..in. questo ··girotondo continuo si• tocchi pure la ·verità; perciòi,.anche Labriola ha-.taJvolta ragione e, quando ha ragione, la ragione illumina col suo prismatico ,12 BibliotecaGino Bianco
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