Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

gridare "Viva Menelik" ai giovanetti borghesi che pigliano indigestioni di tossici dottrinali q,lle Università ed alle Accademie; esso ai figliuoli che gli nascono mette nome Calliano e Toselli, perocchè il popolo, me ne sa male pe' i sofisti, ama l'eroismo e se ne intende. Mentre parecchi signori che si spacciano per rappresentare più direttamente gli ordini dirigenti, con la scusa del nervosismo ( un vocabofo col quale certa pedanteria pseudoscientifica dissimula la diseducazione della volontà umana infiacchita e pervertita dagli abiti d'una cultura farraginosa e contraddittoria), sono lasciati ciarlare e scrivere più che non si convenga in frangente di guerra; il popolo, dico, con la tranquilla fermezza degli avi, quasi l'atavismo del Senato di Roma e di Venezia fermenti più nel sangue plebeo che nelle esauste vene dei parlanti e scriventi, sostenta il fiotto delle tristi notizie e aspetta prossima la vendetta di Alagi e Makallè ». Da qui a pochi mesi, nel giugno, dopo aver passato in rivista il Collegio Militare di Roma, Carducci riprende la parola per il vaticinio certo, in quel senso profetico che non è · l'ultima virtù del Parnaso: « Verrà il giorno che l'Italia vorrà vendicare l'onta che da se stessaoggi si è infiitta. Sarà giorno di festa, alba di vittoria.., Sarà presto o sarà tardi; io non lo so, ma sento che la vostra generazione dovrà riscattare col sangue l'autonomia morale della Patria e aprirle con la spada la porta dell'avvenire, completando l'opera di coloro che le hanno dato l'indipendenza dallo straniero ». Quando Carducci parla, Mussolini non è che un fanciullo di tredici anni; ma il poeta intravede nei segni della Patria futura. Crispi, assalito da ogni banda, si serra alla idea; fuor dal governo nulla altro può fare che· rivolgersi al Sovrano per~ chè questi sia saldo nel proposito. Scrive al Re, alla sua se.- celeana maniera : « Sire, vendicate l'esercito del quale siete il capo. Se l'oltraggio_abissino rimanesse inulto, sarebbe morta per noi la virtù e l'eroismo ed avreste sotto il vostro comando branchi di peco.re e non legioni di soldati che sappiano combattere e vincere... >>, 311 Bibhot~ca.Gino Bianco

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