Quindi, poichè .i socialisti sono, anche per la patria, le civette lugubri della sciagura, ecco che un mese e mezzo dopo giunge la tragica vicenda· di Adua : I 8 mila italiani e 56 cannoni contro 120 mila abissini e 47 cannoni; eppur la battaglia si vincerebbe se la colonna Albertone, fidando sulle guide indigene, non equivocasse, occupando la colìina di Enda Chitlane Menet invece della collina Chidana Menet: gli italiani, secondo loro tradizione, non si arrendono, e la battaglia infuria; 8000 eroi tra morti e feriti; in testa alle truppe cadono i generali Dabormida e Arimondi. Il generale Baldissera, giunto a sostituire il gen. B:iratieri, stagna la protervia nemica, libera Adigrat, riprìst;na la Colonia. Il gabinetto Crispi rassegna, il 5 marzo, le dimissioni alla Camera e al Senato: la gazzarra investe Francesco èrispi; Crispi si consegna al giudizio dei posteri. La seduta alla Camera? eccola, al vivo, descritta m una pagina di Lucio d'Ambra: « Mio padre, crispino di quattro cotte, infuria: - Vengo dalla seduta. Mi mordevo le mani per la rabbia. Non vogliono neppure ascoltarlo. Crispi è là, al suo banco, con le braccia incrociate sul petto e fa fuoco dagli occhi. Gli avversari parlano, acclamati ad ogni parola, sbattendogli le accuse sul viso ora pallido di morte, ora rosso per le interne fiamme. E Lui, di tanto in tanto, quando non può più reggere, interrompe, con una frase a precipizio e un gr;n pugno su le carte. Ma chi lo sente? Aula e tribune urlano senza ascoltarlo. E al banco del Governo è solo. Nessuno osa essergli a fianco nella tempesta. Ma egli è lì, impavido, col suo sogno, pronto a morire per lui, con lui, di fronte all'Italia che non capisce... ». Nel parlamento inglese, frattanto, ball~nzola una letizia universa per il nostro rovescio africano, e la letizia si cerca di mascherare con un innocuo applauso all'Italia. Del quale - attenzione! - si pretende riconoscenza. L'on. Martini domanda la parola per precisare: « lo posso ammirare la prontezza con cui gli uomini di Stato inglesi traggono da una nostra disavventura l'occasione di fare il proprio vantaggio (Benissimo!) e dalla sconfitta di Adua traggono ragione a dimostrare la permanente ner:esBibliotecaGino Bianco
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