Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

Quell'Italia pesta i piedi perchè vuole, vuole essere piccola disfattista rinunciataria municipale, mentre condizioni pur favorevoli si maturerebbero nel groviglio internazion;,ile. Ricca d'interesse storico è un'informazione che Il Messaggero di Roma pubblica il 6 marzo I 896, quando già a Crispi è negato ogni influente prestigio: « Nelle alte sfere si accetterebbe anche J,: discutere la convenienza d'una !Jolitica coloniale modestissima, che col tempo potrebbe anche condurre alla rinuncia dei nostri possedimenti in Africa ... Ma l'esame libero e sereno di tale situazione è contrastato dalle vive e insistenti sollecitazioni della Germania, la quale ha tutto l'interesse che l'Italia conservi la sua dignità di Potenza militare n. Capite? la Germarua ha l"interesse d'tm'Italia forte; ma l'Italia par trovi interesse a crogiolarsi nel minimo, pretende d'essere modestissima, chiusa nel baccano del suo bel Montecitorio, intenta alle farmacie paesane ove si contrattano voti e si manipolano lè illustri fame dosando l'ipecacuana. Solo un uomo, Crispi, s'alza sulla punta dei piedi, per guardare lontano: l'Impero. S'è vero che Crispi fa già coniare il tàllero italiano con l'effige di Re Umberto Imperatore, si rivela la fede dello statista e quella sacra ambizione, le quali sembrano follia alle corti provinciali e ai cortili della capitale. Si ha il sàdico desiderio della disfatta. Il r 6 gennaio del '96 un giovanotto di b.elle speranze scrive· in Critica Sociale un articolo dal titolo scheggiato di « Becchi e bastonati>>. Si chiama Filippo Turati; eserciterà, deputato _per lunghi anni, capo o fra i capi del socialismo ufficiale, eserciterà maligna .influenza sul progredire della politica nazionale: irrequieto, sciatto, barbuto, orlate di nero le unghie, profilo camìtico, calzoni a soffietto (dal taglio « quanto mai agiato n, direbbe Pirandello), oratore di fascino, studioso e colto, Filippo Turati è un bravo giovane andato a male; traviato, adolescente, dalle cattive compagnie; personalmente pago che la « questione sociale >> si esaurisca con i suoi eloquenti discorsi: cinico - come accade molte volte per coloro che inseguono le belle immagini e che, estranei al tumulto del sentimento, riescono a comporne una fotografia oratoria e ritoccata ~; squallido interiormente, senza gli ideali gli amori e le illusioni per i quali anche il tormento è ala; pedante, sino a schedare sul suo orologio BibliotecaGino Bianco

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