della storia, la quale è fatta solo dall'incontro delÌ'eroe col popolo: « lo non approvo -- ha detto alla Camera nell' '83 - le agitazioni che avvengono nel mio paese, le condanno: Per me, tanto nella politica interna, quanto nella politica estera, nol voglio, nol permetterei, che l'iniziativa venga dalla piazza. La piazza non deve imporre alcune alleanze, come non deve impedirne altre >>. · Per decenni si è gridato che il fondamento d'ogni civica_ virtù sia nella piazza, la quale poi ha dei limiti arbitrari se ognuno ne ipoteca la difesa, ognuno ad essa prestando il proprio pensiero, in essa identificando il proprio interesse_ Ma che cosa è questa piazza? il popolo? Bisogna ):>urdire che il popolo si disinteressa della vicenda politica del « die in die », entra in azione non obbedendo a un suo premeditato concetto, ma secondo le sentimentali vibrazioni dell'àttimo, il clamore sapientemente preparato, il patètico accortamente suscitato. Per tutt'altro il popolo è agnòstico; preferisce l'aumento di salario all'affermazione filosofica del Contratto Sociale, sussulta per la grandine sul raccolto e dorme sonni tranquilli per le teoriche del jus publicum, lavora, fa figli, stròloga il tempo secondo le stelle, e cortesemente dice « m' arilègro >> se gli si comunichi sia che l'arcipr.ete è nominato vescovo sia che il podestà è andato a nozze. E allora la piazza sarà quel proletariato intellettuale, artiere della penna, che stenta la vita fra codici siringhe barattoli, ed è istintivamente scettico verso tutte le bigonce elettorali, dalle quali ha sempre inteso dilagare l'impegno di nuove e definitive riforme? Nemmeno: questo ceto, ch'è poi un connettivo sensibile dell'organismo sociale, non si appassiona alle grandi libertà di cui van lagrimàndo i rari e stornacchianti epìgoni dell'egocentrismo, se mai risente le piccole privazioni dell'indipendenza spirituale, piccole e assurde: nessuno si accorge che un bel mattino ha perduto la libertà di voto e che l'urna - Dio soccorrendo - è stata sfasciata e ch'è stata scorticata la dottrina della rappresentanza popolare; ma tutti si sentirebbero sminuiti se non fosse lecito fischiare a teatro la commedia d'un gerarca il quale avesse inteso, improvvisa, la necessità di alimentare il focherello sacro della ditta Talia & Melpòmene. 29'4 Biblioteca i10 R.1anco
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