Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

Con la perizia Bassini, si chiude l'esame testimoniale. In verità si può dire che nella discussione nessun patrono tocchi vertici oratori. Si poteva, dall'episodio, assurgere all'evocazio!1e d'un clima politico in cui, dimèntichi delle vicende del Paese, si smarrivano i limiti tra polemica e libello, e la fazione dominava sulla Nazione: il duello era il sintomo d'un male profondo; la responsabilità non era nel colpo della sciabola, bensì nell'indirizzo e nel sistema d'una convivenza politica, che si tramutava nell'aggressione e nel donchisciottismo. Ma i patroni della causa sono tutti dominati dal « tecnicismo >> del processo: dove si può aprire una finestra per guardare più lontano, mettono schermi; così h causa rimane inchiodata all'articolo del codice e alle definizioni dell'omicidio. Il Pubblico Ministero contrasta che la ferita inferta dal Màcola non sarebbe stata mortale, ove cure idonee fossero intervenute; nega il beneficio della provocazione; chiede la condanna anche per i p;idrini : chiede tre anni di detenzione per Màcola; sei mesi per Tassi, Donato, Fusinato e Bizzoni. I difensori dei padrini non svolgono che la sola tesi discriminante: aver fatto i padrini quanto da essi dipendeva per scongiurare il duello e l'esito mortale del duello. Il compito è facile e interessa scarsamente, poichè tutti guardano Màcola, ed è già in tutti la sensazione che i padrini siano - più che artefici - vittime del doloroso episodio. La difesa di Màcola illustra le due tesi, già poste durante l'esame testimoniale: trattarsi d'una lesione non mortale in sè e per sè; spettare all'imputato il beneficio dell'art. 240 C. P., contemplato per colui che sia indotto al duello da grave insulto. Notevole, fra tutte, l'arringa dell'on. Stoppato. La lesione - egli dice - sarebbe per l'accusa la causa unica e diretta della morte. Ciò si può intendere per un rapporto di successione, in quanto la morte avvenne dopo la ferita, ma non per rapporto d'efficienza. Il Pubblico Ministero doveva dimostrare il rapporto tra causa ed effetto: non l'ha dimostrato e non poteva dimostrarlo, perchè nessuna indagine fu esperita in proposito, nemmeno l'autopsia, che la Camera; per omaggio al defunto, credette di proibire. Vi fu la omissione 288 BibliotecaGino Bianco

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