Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

armi scelte, per la specie del duello, per le condizioni stabilite, per il modo con cui si svolse lo scontro, il combattimento dovesse necessariamente avere esito letale per uno dei due duellanti; b) se le condizioni fisiche del Cavallotti (notevole inferiorità di statura verso l'altro duellante, età 56 anni contro i 36 anni dell'avversario, miopia fortissima senza ausilio di occhiali) costituissero tale inferiorità fisica da rendere impari le condizioni dei contendenti, in modo che il duello secondo le regole cavalleresche non dovesse aver luogo. Il perito risponde negativamente ai due quesiti; il processo si abbioscia: cadono, con la risposta del perito, tante vociferazioni capziose, dilatate dall'odio di parte. Ma Ia-difesa pone in essere una ex trema ratio, pel caso il Tribunale ritenga la responsabilità materiale del Màcola. Il, Cavallotti - secondo la tesi difensiva - non sarebbe morto, se fosse stato tempestivamente ed idoneamente curato. La circostanza è tale da eccitare un interessante dibattito medico-scientifico tra il prof. Montenevosi, che ha assistito allo scontro e ha praticato le prime cure al fento, e il prof. Bassini, perito addotto dalla difesa: il dibàttito manca, perchè nei giorni della discussione della causa il Montenevosi è malato. Il prof. Bassini sostiene vigorosamente la propria opinione, secondo la quale il Cavallotti non dovette essere ferito alla trachea, ma dovette riportare una ferita da punta e taglio, interessante solo il labbro superiore, l'apparato dentale e le arterie linguali, il che - producendo emorragia per le Yie respiratorie - fece sì che il paziente morisse per soffocazione. Poteva Cava:Ilotti essere salvato? Secondo il Bassini, occorreva fare immediatamente la compressione sulla ferita_ linguale e procedere subito alla tracheotomia; dopo di che si sarebbe potuto procedere alla così detta operazione del Regnoli per l'abrasione della lingua. La relazione del Bassini suscita impressioni e contestazioni varie; ma il perito tiene fermo; le ferite alla laringe - egli dice - non sono letali se si sa scongiurare il solo pericolo della soffocazione per la penetrazione del sangue nelle vie respiratorie. La tracheotomia, perciò, nel caso in esame era indispensabile. Non fu fatta; doveva farsi. 286 BibliotecaGino Bianco

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