Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

dina l'arresto dei capi, noti e secondari, fa sciogliere gli ultimi fasci; il partito socialista grida contro la dittatura, Crispì fa sciogliere il partito socialista. Egli taglia senza tremare, perchè si salvino gli organi vi- • tali; però quel migliaio di persone che al I 895 formano la pubblica opinione si sente investito da questa raffica; è un vento epuratore, ma troppo forte per quei polmoni gracilini, che respirano con l'enfisema dei sovrani diritti popolari; allora dicono che la storia insegna come la libertà sia quale la vermena che, piagata, torna a distendersi (Bismarck diceva che la storia insegna che nulla insegna): insegni o non insegni, ognuno impara a suo uso e consumo; quella publica opinio si aderge, con larghe parole di umanità, e tutti ne rimangono attòniti, come avviene per le nere bestie dal ventre bianco, delle quali, vedendo il candore della pancia, si scorda la ferocia. La democrazia che, al par dei topi della nave, sbranca nel presentimento del naufragio, si ritrova commossa per le libertà conculcate (la democrazia ha fatto sempre molto chiasso per due cose : la libertà e il sesso); quindi fonda a Milano un giornale, Il Secolo, dà fiato alle trombe, e, in verità, cadono le cautele del governo come le mura di Gèrico: ìe elezioni del '95 portano alla Carnera un numero doppio dì deputati socialisti, da sei (Prampolini, Costa, Agnino, Barb;=tto, De Felice e Garibaldo Bosco) a dodici; due anni dopo sar~nno I 6, e la sinistra conquisterà oltre settanta seggi; baldòria! · Ora si l~ncia Cavallotti; dall'alto dei suoi endecasillabi disgraziati, « il bardo >> ustolante, che suole urlare con molte gote in nome della probità accademica e che alterna le vicende metriche in memoria d'Aristodemo con discorsi all'acido solforico per uso della Camera, inizia « la questione morale )) contro Crispi, in un frasario di collerico poetino andato a. male: << Crispi: un'isterica eccellenza circondata di fasto e di paura, farneticante a stracciar leggi e franchigie, comprar coscienze, empir galere». Crispi avrebbe violato la libertà, la legge, lo Statuto. << Potrei rispondere - ribatte Crispi - che di fronte allo Statuto è una legge eterna, la legge che impone di garantire 274 BibliotecaGino Bianco

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