Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

servirebbero certamente a_fare entrare -gli uomini sulla retta via. Se non avessi avuto la disgrazia di passare 38 mesi nel Collegio di Via Giulia non potrei parlare con cognizione di causa (ilarità). Ma io credo che oggi gli onorevoli colleghi con i quali ho l'onore di sedere nel corpo legislativo abbiano cambiato un po' di· opinione a mio riguardo. Del resto io· ho le spalle buone e nelle -CarceriNuove ho fatto quello che ho fatto fuori. E domando se sia permesso rubare ai delinquenti, come si fa. E perchè ho gridato, ho reclamato, mi hanno punito; ulteriormente mi fecero stare quindici giorni in cella. Ma ciò mi .ha giovato a vedere come uomini e regolamenti si ait{tino a vicenda a r11barea danno dei- poveri carcerati. Ho potuto vedere quello che si fa alle Carcçri. « Il 2 luglio 1883 entrai nelle Carceri Nuove. La mia coscienza era tranquilla come sempre e pure trovai_là. degli animali che non mi fecero dormire (ilarità). Cosa vi somministrano quando entrate? , « È cosa che fa paura, perchè la biancheria è cosa orribile. Proporrò io che i deputati possano entrare alle Carceri. giorno e notte per rivedere cQsalà succede. Abbiamo infermeria alle Carceri Nuove? No! figuratevi che fa tuttp un capoinfermiere il quale n9n sarebbe buono neppure da sottome0 dico e piglia ubriacature maledette. Così un giorno ha ordinato tutto vitto ad un morto! (ilarità). Glì ispettori del Ministero se ne lavano le mani; se oggi si è fatto qualche cosa, qualche miglioramento alle Carceri Nuove, si dev.e tutto alla mia insistenza. « Quanto al Ministero dell'Interno, cosa debb,o dire? Un giorno per aver scritto una lettera mi fu fatto un rapporto fulminante . .« È un sistema che dura da 36 anni questo di amministrare le Carceri Nuove e, se non si toglie il sistema, se non si levano le cause, è inutile non volere gli effetti. « Il 2 novembre 1867 sulla torretta di Monterotondo il Generale Garibaldi mi disse: .Coccapieller, voi siete un pessimista. Il giorno dopo arrivarono i francesi (ilarità vivis- · sima). « Adesso faccio ridere i colleghi ancora una volta. Chi è che conosce come si debbono tenere i lardi per nòn farli BibliotecaGino·Bianco

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