Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

prètis è soddisfatto; e deve avere il sospetto che forse Crispi abbia ragione quando, parlando di Roma, dice grandezza e poten.za. Son passati dieci anni allor che Crispi - e questa volta · da presidente del Consiglio - ritorna a Berlino: ottobre 1887. Alla stazione è Bismarck, in persona: i due settantenni si stringono le mani, e pare abbian voglia di gittarsi l'uno nelle braccia dell'altro; s'intendono, tutti e due avvinti dail'eguale ','.ita, consumata al servizio di idee giganti. Crispi è ospite çli Bismarck, in carr{pagna; questa volta i collogui hanno un più umano· senso d'intimità; sarà permesso anche a loro parlare di se stessi, delle molte ferite che la. vita dà a chi, più alto, offre bersaglio maggiore. Tutto quel che si sia detto, fra i due, alla campagna di Buchen, non è noto: nè Bismarck nè Crispi vi si dilungano, nelle rispettive « Memorie», nè i biografi maggiori - da Giorgio Arcoleo a Tornaso Palamenghi a Nicolò Inglese (1) - riescono a sapere. Solo qualche battuta, sonante. Giungono a Buchen, il giorno dopo, i giornali francesi, con titoli allarmatissimi vistosissimi nerissimi: « Crispi si reca da Bismarck per la Conciliazione col Papa>>. Bismarck sorride di gusto, come sempre fa quando si tratta di sorridere dei francesi: << Vedete? - dice a Crispi - : è i:Z. solo argomento che noi non abbiamo trattato. Inguaribili, questi francesi! cercano sempre mezzogiorno alle ore quattordici! ». L'argomento di cui si è trattato è, fra gli altri, la questione dell'Africa Orientale. Crispi vi crede; è il solo italiano che il 1887 creda all'Impero; è uno dei pochi che vi credano sino il '922; e il '922 è solo Mussolini a riprendere> il discorso, un discorso con se stesso, nella terribile solitudine delle previsioni storiche. Crispi s'è inteso con Bismarck; ma non vorranno intendersi con lui gli Italiani d'allora: anche allora, e soprattutto allora, vi è « la paura di aver coraggio». Insomma, hanno lavorato per la pace o per la guerra, Bismarck e Crispi, nella foresta di Buchen? Allora è di moda l'album delle signore; anche la Principessa Bismarck indica a Crispi una pagina in bianco, Crispi vi scrive: « In (1) Cfr.: Nicolò Inglese: Crispi - Corbaccio: da/l'Oglio, editcre. (N. d. E.) BibliotecaGino Bianco

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