sa la fronte del' v1s1tatore; il v1s1tatore si sposta, non per il sole (ha conosciuto, toh, il sollione delle lunghe marce e dei bivacchi estivi), ma per farsi più vicino, perchè la vicinanza agevola la confidenza. E parla. La passione d'Italia gli suggerisce le parole che fanno presa; l'accorgimento politico gli fa dire quel che va detto, il baleno divino gli fa vedere un'Italia di domani: « Domani - dice - non si potrà pensare un'Eu!opa discorde dall'Italia: guardiamo il domani». E non vien da sorridere, per questa cura dell'avvenire che avvolge due teste canute, perchè ... perchè, sì, non molto lontano sta passando la storia. Bismarck è mosso dall'eloquenza che sembra avvicinare i fati; si alza, come sempre suol fare quando determina il suo pensiero (Bismarck - diceva Keyserling - è una natura che la vita consum<1,ma il riposo uccide); quindi invita l'ospite a passeggiare nel viale, aria! E, passeggiando, il Cancelliere di Ferro risponde, alla lesta: « Finchè sarò Ministro, l'Italia può contare su di me: mi avrà amico. Se l'Italia fosse attaccata dalla Francia, la Germania sarebbe con l'Italia contro il nemico comune. Se avvenisse la guerra fra Italia e Austria, ne avrei dolore, ma non diventeremmo nemici ... Ma perchè la guerra con l'Austria? Se· l'Austria prende la Bòsnia, l'Italùi prenda l'Albania o qualche altra terra adriatica ». Crispi insiste: ora che ha l'assicurazione, vuole l'atto. Il suo spasimo è la diffidenza verso la Francia: la Francia repubblicana ha da saldare la partita di Sedan e intanto - lui pensa - può accendere la mina con un qualsiasi incidente italiano; la Francia clericale vuole riportare le cose alla vigilia di Porta Pia; la Francia nazionalista vuole proteggere l'Italia, ma per proteggerla ha bisogno di rimpicciolirla: il . pericolo è là, nella sorella; il pericolo sarà sempre là: - Allora - conclude Cri spi - si fa il trattato d'alleanza? - Si fa. Domani, con l'assenso dell'Imperatore si scriverà in via ufficiale. · L'indomani Crispi è ricevuto a Berlino con onori fastosi; è ricevuto dalla Principessa Imperiale, alla Corte di Potsdam. Egli sente d'aver vinto una dura battaglia. Quale? quella di far considerare l'Italia, di farla entrare nello stretto numerò delle Potenze non più trascurabili. Ora financo De244 Biblioteco c.. IV Bianco
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