Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

B mismo >>; essa è a carico d'un'epoca svirilizzata e d'un sistema capzioso, ancor più che d'un uomo; l'uomo è certo fatto per quella pedana, vi si stende a misura e ne perfeziona i sotterrànèi congegni. Contro Deprètis s'imposta, terribile, la poesia; ma Apollo Musagete non ha mai fatto cadere un Gabinetto. Giosuè Carducci, candidato a Lugo nelle elezioni del '76, pronuncia un acceso brindisi al banchetto elettorale: « Oh, non è da cercare nella nostra parte chi disami · la patria. Noi possiamo giurare che non diremo mai, noi: perisca e si avvilisca la patria, purchè trionfi là parte. All'Italia, dunque, alla immortale, alla gloriosa Italia, o elettori, io vi invjto a bere ». Carducci discende dagli evi classici, dove ogni vate ha il suo eroe da cantare: in queste fughe terrene si trova spesso coinvolto nell'accidentalità delle domeniche conflittanti; si imbatte nelle zàngole dove accaglia il grasso siero dei ragumatori elettorali, che si· sussurrano - àlito contro àlito - le previsioni di sbaraglianti vittorie contro il Poeta. Il quale dovrebbe parlare fra le ante che ricordano la pietra la volontà e la fede quirite, dal propileo d'un tempio o d'una reggia, dal peristilio che domina le strade legionarie: invece è costretto, tra piazzette e cortili, a fronteggiare le barerìe delle liste avverse. Più egli avvampa e, come anche recentemente ha dimostrato Paulo Aletino, più m<!-nifestale sue certezze antiparlamentari. A Venezia, il 22 agosto 1880, in un comizio per il suffragio universale, dichiara: « Il Parlamento rappresenta una minoranza in cerca di idee; una minoranza la quale non dà che uno spettacolo di piccole battaglie, di scaramucce:,di ombre. A. questo si è ridotta la vita del Parlamento italiano... Finora ajbiamo avuto l'Italia dei borghesi diversamente distribuiti; abbiamo avuto l'Italia dei Destri e dei Sinistri. Ora noi non vogliamo più d'un partito che. del!'altro: noi vogliamo alla fine questa che fu l'aspirazione di tutta la nostra gioventù, per la quale sognammo, per la qua_lepensammo, per la quale operammo, per la quale combattemmo: vogliamo l'Italia del popolo italiano >>. Quindi, il 19 maggio '86, candidato al collegio di Pisa, pronuncia la formidabile incriminazione contro il « Trasformismo >> di Deprètis, quell.a che si conclude con l'eterno mno alla Pa225 a Gino Bianco

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