della umiliazione e della mortificazione: sempre la sua natura ha più del domenicano che del francescano; e infine un~ rassegnazione ascètica sarebbe quanto mai estranea al suo ricco sangue e al nostro tempo virile. Il sàio non è fatto d'orbace. Ma egli accetta la grande lotta in sè e talvolta contro di sè, èvita la guerriglia vana delle persone, e solo se il fastidio è grande si ritrova uomo di parte, e allòra combatte all'originaria sua maniera guelfa e ghibellina, senza cedevolezza senza perdoni senza trattative. Il duello oratorio Orano - Del Croix rimane, anche per la spirituale costruzione dei due, fra i capitoli più veementi che abbia offerto l'eloquenza dalla tribuna parlamentare. L'assunzione al potere delle sinistre s1 compie con un nome : Agostino Deprètis. Deprètis diventa capo del Governo a 63 anni; ma ha un ·denso 1passato politico, non poche responsabilità, fitti amici: massone con molti gradi. Deputato d'opposizione, è avversario di Cavour; dove il gigante passa col pensiero delle grandi vie che in core gli tumùltua, l'oppositore è agguattato con le tagliole del regolamento, col brusio delle anticamere, con le avidità livide della setta. Cavour manda i battaglioni in Crimea per innalzare il rango del Piemonte in quello delle grandi Potenze (Francia e Inghilterra), Deprètis vota .contro. Quando si convince che il governo è saldo e che con le palle nere non si fa carriera, egli. si avvicina al ministero; Cavour, con la noncuranza degli uomini ch'è insita in ogni dittatura, lo nomina governatore di Brescia. I grandi capi, coloro che sono destinati a riformare e a fondare secondo una propria legge, hanno sempre conferito, da Cesare in poi, scarso valore all'avvicendarsi degli uomini. I grandi capi sono soli, dinanzi alla tremenda sorte; hanno travalicato il punto dove i capitani -si fermano arrabattandosi; persèguono intuizioni che l'uomo del m~cchio non saprebbe intendere, avvinto alle sole verità manifeste :121 81blloteca Gino Bianco
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