economie, sostituendo il teatro il caffè e tutto un pomeriggio dionis.iaco col discorso - putacaso - dell'on. Minghetti. Il curioso è che Minghetti, il quale deve parlare per due sedute, esordisce dicendo che « non conviene protrarre la discussione dopo il lungo discorso dell' on. Seismit », il quale - veramente discreto - ha parlato solo due ore: ludus impudentiae. Ma è intuitivo che il nostro discorso non ci sembri mai lungo: io conosco un solo oratore che ho sempre ascoltato dal principio alla fin~ senza mai distrarmi; sono io stesso, necessariamente. Il discorso dell'on. Minghetti contiene dìstici latini, una dozzina di similitudini, molti elogi a Sella, pochi rimprpveri a Rattazzi, vari ragionamenti di carattere generale e alcuni, particolari, sul progetto in esame. Vi sono interruzioni, garbate, svelenite, sinanco cerimornose: Minghetti: « L'onorevole Seismit il quale continua a chiamare la Banca Nazionale Banca Sarda, come il Vaticano ci chiama Governo Subalpino ... » (Viva ilarità). Crispi: « È stampato sui biglietti>>. Sella, ministro delle finanze (mostrando un biglietto da lire 2): « Sta scritto qui: Banca Nazionale nel Regno d'Italia>>. Crispi: « Su quelli pontificii >>(Si mandano due biglietti al ministro). Vedete, tutto è pacifico: scambio di monetine cartàcee. L'on. Mezzanotte aveva· detto, in tutta lingua italiana, par paro, una certa affermazione, frèquente nel gioco parlamentare: e che cioè il governo dell'oggi sia peggiore di quello di ieri. L'on. Minghetti, con quell'ùzzolo ciceroniano che dentro gli muove, non protesta; l'affermazione gli serve solo per tradurla .in tre versetti latini, dopo di che passa oltre: « L'onorevole Mezzanotte, per esempio, trovò che vi è un peggioramento continuo nelle condizioni· del bilancio e del Tesoro; che la successione dei ministri rappresenta una continua decadenza. 202 Aetas parentum, pejor ;J.vis, tulit Nos nequiores, mox daturos Progeniem vitiosiorem. BibliotecaGino Bianco
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