Stato quasi vuote: la guerra, la lotta contro il brigantaggio, i necessari impianti della progrediente vita statale hanno richiesto continue e grosse erogazioni. Sella àttua un suo programma antico; essendo ingegnere, figlio di lanieri, concittadino degli industriali biellesi, ama le formule: « economie fino ali' osso », « politica della lesina ». Cavour non si era mai preoccupato della finanza, non si era mai detto che le grandi idee potessero smorire per mancanza di ossigeno; Sella abolisce il superfluo, e, poi che il grandioso appare ai contemporanei sempre superfluo, abolisce il grandioso. Sella è .incline alle analisi lente minute e ponderate (ha studiato per lunghi anni il sedimento dei cristalli); tra le cifre respira aria nativa; disperde il vagabondaggio dei sogni, che tendon sempre --:--questo è pacifico - al gesto consueto del portafogli rin mano. Non si sogna mai - chi sa poi perchè - una misera vita di stenti. Sella è borghese, in un dato senso di bontà: onesto, solido, parsimonioso, previdente, diffidente, portato a identificare il problema morale nel problema economico, facile a sospettare l'impostura sotto '1'entusiasmo, alieno - egli dice di se stesso - « alieno dal comandare come dal!'ubbidire »; e anche questa è crema borghese, questo sfuggire alla responsabilità del comando con un po' di cova anarcòide, appena un po', la cova d'un'indipendenza programmatica, senza dedizione gerarchica, quindi senza afflato sociale. Sella è rpiù un uomo di propositi che di idee, com'è facile a coloro i quali, non essendo assistiti da un doloroso ingegno, si rifugiano in pochi sistemi tenaci, immunizzati, per la stessa mancanza di fantasia, dal tormento delle revisioni e delle interiori disdette. Dopo la poesia di Mazzini e di Garibaldi, dopo il genio di Cavour, giunge una pagina di prosa, linda e punteggiata a dovere, equilibrata, sperimentale, dimostrativa: tanto mi dà tanto. Così Quintino Sella è un saggissimo .ministro delle Finanze, senza essere un finanziere, perchè ogni massimo, anche quello dell'astronomia col linguaggio delle stelle, non si raggiunge senza il lièvito d'una poesia: Sella non crea, non 200 BibliotecaGinoBianco
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