urgente e più pallida la vita attuale: si cominciava a diffondere l'oligoemia, il pressapochismo, il formato ridotto. Una generazione nata stanca bussava alle porte, vagando fra i diversi rivèrberi delle luci che avevano solcato il cielo della patria; il parlamento custodiva gli echi delle grandi parole; il popolo era stato conservatore con Pio IX, cospiratore con Mazzini, rivoluzionario con Garibaldi, diplomatico con Cavour; ora, nella monarchia, aveva trovato la confluenza, e pretendeva di essere alfine tranquillo. Il parlamento, ~he rion aveva avuto sin qui molto tempo per solo magniloquenti discorsi, adesso cominciava a indulgere alle pretese della tribuna; evocazioni latine, in,vocazioni elleniche, citazioni di belle poesie, richiamo all'illuminismo; incalzavano i burgràvii della perorazione, i giovi tonanti del punto ammirativo, gli augusti rètori della « pulchra tmago )). Come spesso avviene, in questa fiera del generico del bello stile e della preziosità sterilissima s'insinua il cosl detto discorso tecnico. Ascoltando sempre parlare dell'astratto (idee olimpiche e principi' così alti da emanare una fredda luce distante) si prova un solletico nel sentire alcuno che ricordi come due più due fanno quattro, simpliciter. Allora diventa tecnicismo l'enunciazione di questa umile verità matematica; su questa via sorgono le « competenze )), ogni argomento ha i suoi « competenti )), come a dire coloro che insaccano tutta la vita in una determinata bisaccia, vedono tutto l'orizzonte in un determinato canocchiale, e quello che non rientra nei cristalli del proprio periscopio non ha ragione di esistere. Se il sole non serve a quel segmento della propria cultura, è del tutto indifferente l'avvicendarsi nei cieli della luce e della tenebra. Il tecnicismo, la competenza, la specializzazione sono molte volte benemeriti della scienza, talvolta manipolanza e non architettura;· talaltra sono l'àlibi d'una mediocrità invadente che vuole sfuggire ai controlli del patrimonio comune e generale, e credono talora di ridurre lo scibile ai quadratini delle parole incrociate, per cui - direbbe un umorista - lo specialista nelle malattie dell'occhio destro si dichiara correttamente estraneo agli infortuni della scleròtica sinistra. BibliotecaGino Bianco
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