quale parte necessariamente. Da ciò quella sua intransigenza, irrimediabile: anche Farinacci è intransigente, ma è un combattente quotidiano, che può accettare le strategie· della politica, gli armistizi indispensabili, le procedure secondo la variabile tempestività tattica; R0cco, sempre avvinto alla sua dottrina, è in istato di permanente teorema, oppone alla contingenza l'assioma, e, poi che il libro non si muta per variar di meteorologia, egli non indulge alle accortezze della lotta politica, che sono invece sempre presenti nel sensibilissimo orientamento istintivo di Farinacci. Perciò Rocco, in tempi di lotta, è un isolato; in tempo di ricostruzione è tra i capomastri del cantiere, quelli inobliabili. Il discorso illustrativo dei Patti lateranensi è un'argomentazione giuridica, che inizia dalle kggi sarde del '48 del '50 del '51 del '55, tutte animate da un anticlericalismo tradotto nella formazione del diritto ecclesiastico italiano; esclusione della Compagnia di Gesù, abolizione del foro, soppressione degli Ordini religiosi come enti morali. Necessità che, più non esistendo la causalità delle ideologie antipapali, il Fascismo si sistemi in un nuovo ordine morale e giuridico. I Patti lateranensi sono approvati dalla Camera, nella seduta del 14 maggio 1929, a scrutinio 1,egreto, 357 voti favorevoli, 2 contrari. Subito dopo, il 23 maggio, mlZla la discussione il Senato, presieduto dall'on. Federzoni. Federzoni è sempre vigilante; il solito latinetto dell'on. Romano gli dice che <e cum dormis maxime vivis ». Egli deve certo pensare al singolare e fausto suo ·destino, per il quale è chiamato a presiedere l'assemblea, che darà l'ultima ratifica a quella legge secondo cui, negli anni giovani, egli ha combattuto nel giornalismo e in parlamento con un gruppo di animosi, così accerchiato e isolato che sembrava follia la sola speranza di successo. Parlano i senatori Soderini, Cornaggia, Beviòne, SantucCJ, Vitelli. Pariano senatori di diversa provenienza: Crisp~l81bloteca GinoBianco
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