chiusa del suo discorso, << accanto alla fronte del Duce la fronte dell'Alighierj l!, per via di quei segni dell'Aquila e della Croce che a Dante• furono cari: in questo montaggio fotografico delle due elette fronti, Eugenio Coselschi potrebbe far succedere un cataclisma sulle aristoteliche unità di tempo di luogo e di spazio; ma fortunatamente si scongiura il pericolo d'un'insurrezionc della Camera, aggiogata com'è all'immaginosa eloquenza dell'oratore. · L'on. Carapelle, il solo - se ben si ricordi - che si sia salvato, per virtù di fede e per sùbita comprensione rivnluzionaria, dalle tristi sorti di quell'antico « partito popolare n, chiamato ai suoi tempi dalle iniziali (come le società' anonime), chiamato « pipì n, dimostra come· il progetto di legge sia, oltre che il vanto della XXVIII legislatura, anche l'inizio d'una ricostruzione nazionale, opera e destino di Benito Mussolini. L'on. Ercole, da professore a ministro e da ministro a professore, porta sempre i polsini a cono e la catenella dell'orologio a due versanti, assicurata all'occhiello del panciotto. Porta la barba. Alcuni giurano che porti anche le mutande lunghe con fettucce pendenti. Sarà una calunnia; ma certo il suo discorso è ribadito alla classica maniera, gloriosamente, senza civetterie moderne nella forma, senza pausa, senza slargo, tutto sapiente, con nomi e date, storia, filosofia, e un par di polmoni che sostengono un periodo finale come questo, senza mai un punto di riposo per l'oratore nè per l'uditorio (Ercole è Ercole in quel che può: nella dottrina): « E perciò noi, apprestandoci a dare il nostro voto, con sereno giubilo di cattolici, . e di fascisti, agli accordi latera11ensi, siamo certi che la Stato fascista, che, dopo aver riconosciuto alla Chiesa cattolica la posizione che le spetta come religione dominante nello Stato, e dopo aver ristaurato, come doveva, l'istruzione religiosa cattolica nelle sue scuole, si prepara a ripristinare in tutt.o o in parte la personalità giuridica dei più fra gli enti regolari e secolari soppressi dalle leggi eversive del 55, del 66 e del 67, ad abbandonare, con le necessarie cautele, ogni residuo giurisdizionalistico in materia di nomina o collazione di benefici maggiori o minori, a rilasciare sotto il controllo dello Stato l'amministrazione del 180 BibliotecaGinò Bianco
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