Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

Dopo il plebiscito dell'Emilia, nel marzo del '60 (426.000 voti contro 756), la scomunica maggiore è motivata, l'anatema dice: · « Il Governo Subalpino non so/Q disprezzò le nostre ammonizioni, le nostre querele e le pene ecclesiastiche; ma, stando saldo nella sua improbità, estorto contro ogni diritto un suffragio popolare a forza di pecunia di minaccia e di terrore e di altri astuti artifici, non dubitò punto d'invadere le mentovate nostre provincie, di occuparle e ridurle in sua podestà e signoria». Quindi si commina, contro tutti i responsabili di « cotanto delitto », la scomunica maggiore e le altre censure e pene ecclesiastiche « inflitte dai Sacri canoni della Costituzione Apostolica e dei decreti di Consigli Generali, principalmente del Tridentino, e se fa bisogno di bel nuovo li scomunichiamo e anatemizziamo >>. Non si può dire che anche Cavour, come ogni cattolico patriota, non sia amareggiato dalla scomunica, ma « fata trahunt », e lo stesso Manzoni, che ha nel suo bagaglio di poeta gli inni sacri, ha pure la canzone per il Proclama di Rimini, dove si esalta Murat invasore dello Stato· Pontificio, ed ha al suo attivo il voto del '61 in Senato per Roma capitale d'Italia. È che la coscienza ha compiuto il suo esame; il famoso indirizzo del gesuita lucchese Passaglia Pro. causa italica, sottoscritto da novemila sacerdoti, pur non essendo condannato dalle Congregazioni supreme per tattica di politica contingente, è significativo dell'orientamento generale, in quanto - col pretesto d'invocare una parola di pace - non riesce a nascondere la substantia antitemporalistica. Cavour - si è detto - subì la scomunica per necessità, come si subisce l'amputazione dell'arto cancrenoso: rispondendo all'on. Audinot, egli si augura che un giorno avvenga la Conciliazione tra il Papato e l'Autorità Civile; il suo desiderio è sinceramente professato, ardentemente, se egli, già in agonia, lo raccomanda, nelle soste del delirio, a Padre Giacomo da Poirino. Questo pensiero politico di Cavour, irriducibilmente italiano senza professione d'odio antipapale, è l'indirizzo del Parlamento di Firenze: l'avvento al governo di Lanza, nel '69, porta il vaticinio imminente dei battaglioni che irromBibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==