mio genitore, il quale, seguendo l'impulso venuto dal Vaticano, pigliava per divisa il detto memorabile di Giulio II (fuori gli stranieri) e tentò di redimere la nostra patria dalla dominazione straniera. Egli mi legò morendo la santa impresa. Accettandola; credo di aver obbedito alla volontà di Dio, che non vuole che i popoli siano divisi in oppressori e oppressi. Principe italiano, volli liberare l'Italia, epperò reputai mio debito accettare per la guerra nazionale il concorso di tutti i popoli della penisola >>. Il Re comunica la lettera a Rattazzi e postilla: « Io e « il maestro » siamo pronti ~d ogni cimento, anche a prendere il sole e la luna coi denti>>. Il maestro è Cavour, e questo parco commento staglia l'uomo più che un manuale di fitta biografia; gli individui non si paksano tanto nel giro delle ore uniformi quanto nell'attimo imprevisto dell'esclamazione, nell'improvviso impennarsi del proposito, nella chiosa intima non apparecchiata di gala e di bellùria. La risposta del Papa è tessuta nell'indignazione e nella minaccia; l'idea manifestata dal Re è « un'idea non savia e certamente non degna di un Re cattolico e d'un Re della Casa di Savoia»; il Papa n'è afflittissimo, non per sè, cc ma per l'infelice stato d'animo di V. M. trovandosi illaqueato dalle censure, e da quelle che maggiormente La colpiranno dopo che sarà consumato l'atto sacrilego ch'Ella coi suoi hanno intenzione di mettere in pratica >>. Coi suoi? Con Cavour. Insomma, si minaccia la cc scomunica >>; ma Cavour tira diritto, alla sua maniera piemontese; a D'Azeglio il 16 marzo scrive che « il Re si è avvezzato all'idea della scomunica, il fulmine non lo farà piegare)), e sembra vederlo, Cavour, a strofinarsi le mani e a battere il tacco, soddisfatto. La scomunica giunge; vi dà causa ultima la nuova lettera del Re a Pio IX, dopo l'occupazione della Romagna: << Principe cattolico, io sento di non recare offesa ai principii immutabili di quella religione che .mi glorio di professare con figliale ed inalterabile ossequio. Ma la mutazione che si è oggi compiuta riguarda gli interessi politici della nazione, la sicurezza degli Stati, l'ordine morale e civile della Società~ figtrtarda l'indipendenza delrltalia, per la quale mio padre perdè la corona ed io sarei pronto a perdere la vita». 155 1bitotecaGino Bianco
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