appannaggi dei Principi fossero soggetti alla tassazione: ma la Camera respinse la proposta, incostituzionale e inopportuna, specie se si pensi alla prodiga sensibilità di Casa Savoia, che va dalla volontaria falcidia della dotazione (falcidia di tre milioni) da parte di Vittorio Emanùele II allor che il bilancio statale ebbe maggiori strettezze, alla donazione ai combattenti di sontuosi palazzi elargita da Vittorio Emanuele III in epoche di iniquo sobillamento demagogico. Prescrivendo l'art. 21 dello Statuto che il Parlamento assegni un appannaggio al Principe Ereditario e ai Principi Reali giunti a maggiore età, e anche prima in caso di matrimoni, e una dote alle Principesse e un « dovario n alle, Regine, il Parlamento piemontese applicò la statuizione del « dovario )) per la Regina vedova di Carlo Alberto, alla quale assegnò cinquecentomila lire annue. Unico oppositore l'on. Riçcio, ma non per il merito, solo per un'impuntatura linguistica, in quanto « dovario )) non sarebbe parola italiana, e ]'on. Riçcio chiedeva solamente la sostituzione della parola, condizionando -- tempi men feroci! - a una sola parola mezzo milione: ma la Camera - commenta il volume di Mancini ·e Galeotti - la Camera non vi fece caso; sicchè - vedete - l'on. Riccio rimase col suo insoddisfatto disìo di purezza dantesca, e votò contro il « dovario )) alla Regina. . Tuttavia, pur discettando talvolta accademicamente, ii Parlamento non perde la mira del grande e assorbente pro- . blema nazionale. La lotta della sinistra contro la destra, storiche, alimenta per tutti l'accesa luce dell'unità italiana: il Regno cresce e nuove urgenze si palesano, nuovi orgogli si _levano, nuove idealità si suscitano. Contro il municipalismo, contro le incrostazioni regionalistiche, il principio unitario fa leva. Morto Cavour, passa un transitorio Gabinetto Ricasoli; poi sale Rattazzi, attorno al quale si stringono i vecchi oppositori del Conte Camillo, i garibaldini del partito d'azione; ma la destra è contraria, si serra verso Lanza. Dopo Aspromonte, ascende al governo Luigi Carlo Parini, già affiliato alla Giovane Italia; cospiratore ed èsule in Francia, avvinto da chiara amicizia con D'Azeglio; medico di Gerolamo Bonaparte; membro del primo ministero libera146 BibliotecaGino Bianco
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