Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

Zanardelli: « Presso di noi venne accettato il principio, Jiberale e conservatore in pari tempo, che lo Statuto possa modificarsi, diversamente si affermerebbe la perfettibilità legi- .slativa e l'immobilità costituzionale». Altro terna di curiosità storica è l'atteggiamento parlamentare sulla dotazione della Corona. Si sa che la dotazione della Corona è fissata dàlla prima legislatura successiva all'avvento al trono del Sovrano; onde si sostenne da alcuni che la morte del Re dovesse implicitamente segnare la fine della legislatura vigente, per una rag~one teorica, che considera il Re quale Capo e in certo senso gestore del Parlamento (« caput, prinèipium et finis parliamenti »), e per una ·pratica, che non dovrebbe sia pur temporaneamente privare il Sovrano degli assegni della lista civile sulla cui misura è competente solo Ja nuova assemblea e non puranco la presente. In Inghilterra, infatti, invitta ·madre e depositaria incrollata del parlamentarismo, la consuetudine aveva appunto imposto lo scioglirnento della Carnera alla morte del Sovrano; ma, poi che il Re ha funzione unitaria e ininterrotta, considerata nell'ufficio e non nella persona (« Mort le Roi, Vive le Roi »), in Italia il decesso della Camera non fu legato a quel- _lo del Re, con maggiore rispetto all'autonomia del Parlamento e al crepacore dèi deputati, per i quali ogni elezione è sempre stata un dubbio avvenimento sinistro. Lo Statuto prescrive che la dotazione della Corona, fissata dal Parlamento, non possa essere soggetta a yariazioni, nessun caroviveri essendo previsto; ma, già durante il regno di Vittorio Emanuele Il, non una sola volta si dovette procedere alla revisione, e vi fu il voto contrario e l'astenuto. (Il Regolamento nostrano ha sempre ammesso l'astensione dal voto, ch'è come dire il confessare di non aver opinione al riguardo; invece il Regolamento inglese, quello degli Stati Uniti, e anche (al tempo loro) quello del parlamento austriaco e della Duma di Russia, impongono un voto deciso, proibito astenersi; un poco d'idea è obbligatorio, sia pure ridotto al minimo comune denominatore). Nel Parlamento Subalpino, che _primo ammise il gaudium magnum della Ricchezza Mobile, fu la proposta, avanzata dall'on: Ricciardi, che anche la dotazione del Re e gli 145 1• 81b e :1 Gino Bianco

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