Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

ra - sarebbero disposti a servire di cuscino ai piedi d'un ministro. Vi sono, alla Camera, sei balbuzienti, cinque sordi, un gobbo. Nessuno, muto: « il che è una sventura, imperocchè, parlando tutti, ciascuno domanda il suo turno per farsi udire, o, almeno, per farsi leggere dai suoi elettori.». Nell'aula esiste una distinzione di destra, di centro, dì sinistra; ma non si tratta di limiti assoluti, sottomano qualcuno della destra vota con la sinistra e viceversa. Poi vi sono le farfalline che volìcchiano fra le varie sfumature della destra: Broglio, Alfieri, Scialoja, Minglietti. Il Gabinetto non ha sempre vita facile: sono appostati a spiare il momento di rovesciarlo uomini dal nome sonante - Ricasoli, Mamiani, Buoncompagni, Parini, Lanza - ; ·e perchè poi? Vorremmo dirlo: perchè tutta la vita, quella parlamentare compresa e sopra tutto, poggia sulla nota intemerata di Diogene ad Alessandro: - spòstati, chè mi togli il sole -; e molte volte il conflitto degli ideali, la notifica delle idee supreme, la disposizione agli estremi olocausti, i pollici nelle ascelle del panciotto, il pugno sul tavolo, i tersi pensieri schierati a gerarchia come le canne d'organo, i motti apodìttici alla Mattia Corvino « durat et lucet », l'inno alle abdicazioni, i disperati impegni di Davide contro Golia, •il grandinare dei punti esclamativi, e ancora ancora, tutta questa antologia di nobili propositi, al fondo profondo, non porta che lo sciagurato programmino di « lèvati tu chè ci vo' stare ~o ll, e tutto è qui. Poi vi sono le pattugliette dei colpi di mano, per mordere Cavour, per discutere Garibaldi: Spaventa - secondo Petruccelli - vi apparterrebbe; « scatta, mugge, morde e bava ll. La destra ha un programma, un altro la sinistra; e il centro che vuole? Il centro sarebbe il ricovero di tutti i naufraghi, « una consorteria delle pretensioni impotenti e delle ambizioni fulminate l>; non un solo uomo, « che non sia sfregiato politicamente ll. E notate che vi siedono uomini non proprio da ciurma; vi siedono Liborio Romano, Poerio, Conforti, Cicconi, Senegli, Scialoja, Pisanelli: « Poerio si crede il BibliotecaGinp Bianco

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