s:t rite senza che ansia di riconquista la prema; ma un 28 Ottobre, con la marcia delle Camice Nere che convengono a Roma, si rifanno attive tutte le scadenze, e i conti archiviati tornano all'ordine del giorno: i conti sono alla luce; si affidano al tempo. Dopo diciotto anni, anno XVII, 1938, la Camera dei Deputati, a Roma, rivolge il pensiero a Nizza, non più col romanticismo dei poeti irredentisti ,ma con una volontà precisa decisa sicura che il Duce ha allevato cresciuto plasmato e che ora scaglia incontro alla nuova storia che avanza. È di novembre, il 30; la Camera si riunisce dopo sei mesi di vacanza, mentre gravi eventi hanno solcato il cielo d'Europa: le fòlgori della guerra non ancora scoppi-ate, la minaccia del Fiihrer perchè sia rispettato il diritto delle genti germaniche, la carlinga di Chamberlain verso Monaco, la parola del Duce che riesce a differire il conflitto. L'aula è affollatissima di deputati, tutti in uniforme fascista; per la prima volta sulla parete semicircolare alle spalle dei settori è scoperta una grande targa marmorea che celebra la fondazione dell'Impero e porta incise le date della Guerra e della Rivoluzione: XXIV Maggio MCMXV; IV Novembre MCMXVIII; XXIII Marzo MCMXIX; XXVIII Ottobre MCMXXII anno· I Era Fascista; III Gennaio MCMXXV anno II Era Fascista: tutta la crescenza della Patria espressa nel caldo delle date senza commenti - la guerra del maggio radioso, la vittoria italianissima che balza dal Piave, l'adunata di Piazza San Sepolcro, la Marcia che arriva nella piazza dei Dioscuri acclamando il Re di Vittorio Veneto, il comaridamento che fuga il febbrile mondo rissoso dell'ultimo settarismo antifascista - tutta la crescenza, e, in essa, tutti gli auspici di domani. La parola è al ministro degli Esteri: il conte Galeazzo Ciano. È il più giovane ministro degli Esteri che abbia avuto l'Italia, è il più giovane dei ministri degli Esteri. È giunto dalle barricate, squadrista, quando l'adolescenza ardimentosa si misurava al metro del genitore, leggendàrio negli eroi-· smi del mare; si è formato alla diretta scuola del Duce, dove l'intelletto è una forma di vita, sfrattato dalle bianche torri dei pinnàcoli arbòrei e immesso nel vulcano attivo del9 .3 Gino Bianco
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