Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

lo potevate, perchè quelle popolazioni, quel térritorio, sono popoli e terre italiane; la giacitura, la storia, la lingua, i costumi, le aspirazioni politiche stanno contro l'invocazione di ogni diritto di nazionalità. Non lo dovevate, perchè, cedendo Nizza ed i suoi monti, togliereste all'Italia i suoi più validi baluardi di cui natura l'abbia fornita. La Francia, padrona delle Alpi Marittime, non difende se stessa, ma può offendere l'Italia. La storia guerresca di due secoli sta là per farne testimonianza». L'oratore rimprovera Cavour, il quale avrebbe dovuto resistere al prepotere gallico e richiama - per contrasto - il valore e il patriottismo di Garibaldi, « eroe degno di ess;ere illusirato dalla penna di Plutarco », eppur condannato a perpetuo esilio dal Trattato che lo priva della città natale: non vi sarà speranza di fare l'Italia, poi che quell'Italia che si potrebbe fare sarà pur sempre un'Italia mutilata: l'oratore voterà contro il Trattato; votare favorevolmente sarebbe « come vendere l'onore di una sorella, rendere schiavo il fratello».· Con lo stesso tormento parla il deputato di Sospello, on.· Montezemolo. È Ja volta di Francesco Domenico Guerrazzi: letterato e romanziere, egli è un educatore della gioventù, e non solo per le sue pagine scritte, sopra tutto per la sua vita di patriota ardente, cospiratore animoso_;già Ministro dell'Interno nel governo provvisorio, poi Dittatore in Toscana nel '49, poi esiliato in Corsica; ha provato la sua fede operando e soffrendo. La Camera ascolta commossa la sua requisitoria, dove la violenza dell'accusa è pari allo spasimo dell'idea sinceramente sofferta. Egli ammonisce che, a seppellire i morti, si chiamano i becchini, non liberi italiani nel primo parlamento italiano. Voterà contro il Trattato per dieci ragioni; a ogni ragione enunciata s'innalza il delirio d'un'acclamazione, dall'aula e dalle tribune, e sembra davvero che egli parli per tutti; oltre il fraseggiare letterario si scoprono i tèndini feriti in un dolore comune e totale : « 1° - Non lo voto perchè, inviato al Parlamento italiano per operare quanto mi è dato a unire in un corpo solo l'Italia, diventerei mandatario infedele, e mancherei di co122 Biblioteca.Gino Bianco

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